Catalogo dei MILLENNIAL: Giulio Regeni. La tua enciclopedia dei millennial

10 Dicembre 2020
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Chi era Giulio Regeni, lo studente torturato e ucciso in Egitto dagli 007

NOME Giulio Regeni
LUOGO NASCITA Trieste
DATA NASCITA 15 gennaio 1988; MORTE tra gennaio e febbraio 2016
SETTORE Università
NAZIONALITÀ Italiana
MILLENNIAL FACTOR Globale

Chi era

Era un cittadino italiano ma la storia di Giulio Regeni appartiene a tutta l’umanità. E non perché lo studente friulano facesse il dottorato all’Università di Cambridge o per i suoi studi negli Stati Uniti, e nemmeno per quelli sul Medioriente. Neppure perché Giulio fosse un perfetto poliglotta e un cittadino del mondo.

Niente affatto. I fatti che vedono come sfortunato protagonista questo millennial devono restare impresi nella mente di tutti quanti perché non si può morire in quella maniera. Perché così non si uccidono manco le bestie. Perché nessun governo al mondo dovrebbe permettersi di insabbiare un crimine del genere. Tanto meno se, come emerge dalle indagini della Procura di Roma, orchestrato dall’alto.

Abbiamo imparato a conoscere Giulio troppo tardi. Quando il suo volto era ormai diventato un’icona chiaroscuro issata su cartelloni di ecoflat, accompagnato dalla scritta “Verità per Giulio Regeni”. Un ‘grido’ appeso nelle piazze di tutta Italia e rilanciato sui muri di palazzi e su quelli virtuali di tantissimi altri Paesi: “Giustizia per Giulio”. Una richiesta pacifica per la famiglia Regeni che finalmente, a quasi cinque anni della scomparsa del figlio, intravede una possibile verità.

La sua propensione per quell’area geografica, i suoi studi, gli avevano permesso di lavorare con le Nazioni unite e di vincere per due volte di fila il premio ‘Europa e giovani’. Mosso da quello stesso spirito Giulio si trovava in Egitto per una ricerca sui sindacati indipendenti. Un lavoro utile per il suo dottorato. A quanto pare, però, fu proprio uno dei sindacalisti a segnalarlo alla polizia come potenziale “sovversivo”.

Da allora cominciò il controllo a distanza delle forze governative. Fino all’arresto illegale in un commissariato, lo stesso dove gli amici di Giulio e i diplomatici italiani erano andati a denunciare la sua scomparsa. Prima del trasferimento in un’altra struttura statale. Una villetta dove si trovava una famigerata stanza 13, quella riservata alle torture di quelli che non parlavano.

Eppure Giulio parlava – stando a quanto riferito da uno dei testimoni chiave – e chiedeva un avvocato ma le sue parole venivano inascoltate. Gli architetti esecutori di tutto questo – secondo le indagini – sono i servizi segreti. Quattro 007 egiziani ora rischiano il processo. Le accuse, a vario titolo, sono il sequestro di persona pluriaggravato, il concorso in lesioni personali e l’omicidio. Un passo in più verso quella verità richiesta e sperata. In nome di Giulio.

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