Catalogo dei MILLENNIAL: Giuseppe Montella. La tua enciclopedia dei millennial

28 Luglio 2020
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Chi è Giuseppe Montella, il carabiniere narcos e bimbominkia di Piacenza

NOME Giuseppe Montella
LUOGO NASCITA Pomigliano D’Arco (Napoli)
DATA NASCITA 26 luglio 1983
SETTORE Crimininalità
NAZIONALITÀ Italiana
MILLENNIAL FACTOR Mammone

Chi è

Si comportava da boss stile Narcos. Anche se visto il suo dialetto napoletano – basti pensare che nella trascrizione delle intercettazioni è specificato che molti dialoghi sono stati tradotti in italiano – sarebbe il caso di dire stile Gomorra. Ma pure su questo ci sarebbe un’obiezione: quella di sua madre che lo descrive come un bravo ragazzo e ha detto di non aver gradito l’accostamento con la serie. E, in linea teorica avrebbe pure ragione, perché suo figlio, Giuseppe Montella, di professione fa l’appuntato dei carabinieri.

La sua storia, tuttavia, almeno quella emersa finora dalle carte che hanno portato al suo arresto, ci insegna che non sempre basta indossare una divisa per essere dalla parte dei buoni. Il millennial è il protagonista assoluto dell’indagine della guardia di finanza, che ha smascherato un vero e proprio sistema criminale messo in piede all’interno di una caserma di Piacenza.

Le intercettazioni su Giuseppe Montella

Dalle intercettazioni emerge la figura di un personaggio che sarebbe il perfetto antieroe di un banale film hollywoodiano: il poliziotto corrotto e con le mani nel fango che fa la vita da spaccone e nel lusso. Ma Peppe, com’è noto, non è il frutto dell’immaginazione di nessun autore di polizieschi. È lui e basta, uno che su Facebook condivideva selfie mentre faceva la faccia di anatra come i bimbominkia.

Uno che, stando alle rivelazioni degli inquirenti che hanno smantellato l’organizzazione tirata su dentro la Stazione Levante, quando ha scoperto che nella sua Audi c’erano le microspie non sembra essersi preoccupato per le conseguenze delle innumerevoli quantità di cazzate fatte insieme ai suoi. Piuttosto, il suo pensiero è volato al rischio di vedere scomparire i suoi guadagni extra, per via dell’interruzione del mercato di spaccio.

Durante il primo interrogatorio di garanzia, oltre ai pianti, Giuseppe Montella avrebbe confessato ma ridimensionato tutto. «Non ho fatto tutto io. Ho guadagnato appena 5.000 euro in tutto». Frasi che ad occhio e croce non sembrano vere nemmeno ai suoi stessi colleghi fermati, gli stessi che nelle prime chiacchierate con gli inquirenti hanno cercato di far ricadere la colpa di tutto sulle spalle dell’appuntato.

La vita di lusso del carabiniere infedele

I conti non tornano per nulla perché lo stipendio da carabiniere di Montella, poco meno di 2mila euro al mese, non sembrano affatto sufficienti per il tenore di vita del militare. Da un lato la villa con la piscina di Gragnano Trebbianese, dove insieme alla fidanzata, anche lei indagata, faceva feste e grigliate con bottiglie di Dom Perignon durante il lockdown. Dall’altro le auto e le moto che cambiava spessissimo: Bmw 320D, Porsche Cayenne, Mercedes Classe A, Smart City-Coupe, Bmw X5, Bmw 520D, Bmw 320D e Audi.

Certo, una delle auto – sempre secondo le intercettazioni – l’avrebbe comprata a un prezzo stracciato dopo aver massacrato quello della concessionaria. «Figa – raccontava al telefono l’episodio – sono entrato attrezzato (ndr, armato). Uno si è pisciato addosso, nel senso proprio pisciato addosso. L’altro mi ha risposto e l’ho fracassato». Una vita, a quanto pare, parecchio agiata ma altrettanto violenta se si pensa pure ai pusher malmenati e a quelli arrestati per togliere la concorrenza dalle piazze. Spacciatori ai quali spesso veniva rubata la droga migliore per cederla agli informatori e complici, che la rivendevano.

Il clima d’impunità era tale che nella caserma piacentina, stando alle indiscrezioni, si sarebbero perfino organizzati festini con prostitute e lì stesso, in un contenitore ribattezzato ‘scatola della terapia’, veniva nascosta la droga usata dal gruppo per gli scambi.

Giuseppe Montella, che secondo la madre si stava pure per laureare in Giurisprudenza, viene liquidato così anche dal gip nell’ordinanza: «era convinto di poter tenere qualunque tipo di comportamento, vivendo al di sopra della legge e di ogni regola di convivenza civile». Il millennial, per farla breve, era convinto di poterla fare franca ma la sua presunzione si è rivelata solo un grande bluff, come lui.

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