Catalogo dei MILLENNIAL: Valentina Nappi. La tua enciclopedia dei millennial

7 Ottobre 2020
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Chi è Valentina Nappi, controversa tuttologa ma certa attrice porno

NOME Valentina Nappi
LUOGO NASCITA Scafati (Salerno)
DATA NASCITA 6 novembre 1990
SETTORE Porno
NAZIONALITÀ Italiana
MILLENNIAL FACTOR Creativa

Chi è

Valentina Nappi è l’attrice porno italiana che più di tutte negli ultimi anni si è avvicinata alla definizione di pornodiva, allo stile di Moana Pozzi o Cicciolina. Questo perché la sua notorietà ha varcato da tempo i confini limitati degli schermi dei film a luci rosse o dei video su Pornhub o Youporn. Anche se più che ‘varcare’ sarebbe il caso di usare il verbo ‘esondare’.

La Nappi ha rotto gli argini del porno e con le sue idee ha finito per rovesciarsi nei vasti campi della tuttologia. Con il risultato, prevedibile, di diventare fine a sé stessa. Parla di ogni cosa con la mai nascosta presunzione di essere la bocca della verità. Le opinioni della millennial hanno spesso la prospettiva limitante del bastian contrario e quel retro gusto insipido della ‘sparata grossa’. Tanto che alla fine, i suoi pensieri e le sue uscite si dissolvono nel nulla. Ne rimane solo una lunga lista di frasi oltre misura, buone soltanto per una compilation.

Come quando Valentina, il cui esordio nel porno che conta è arrivato grazie a Rocco Siffredi, parla di violenze sessuali. Una volta per esempio, durante una discussione con un’altra ragazza in rete, ha scritto: «Preferirei essere stuprata che vivere una quotidianità dove la gente non è libera di vivere la sua sessualità come ca**o vuole. Basta con questa ipocrisia sulle donne».

In un’altra occasione, parlando in radio dello stesso argomento, ha in qualche modo giustificato il maschio violentatore. «Se ci sono uomini che allungano le mani significa che non toccano abbastanza culi, sono repressi, gli hanno insegnato a fare i predatori e ci sono troppe fighe di legno in giro. Dunque se le donne la dessero via più facilmente ci sarebbero meno stupri», le sue parole.

«Mettere sullo stesso piano chi ti dice hai un bel culo per strada e chi ti tocca è pericoloso. Passa tutto per molestia, può dare fastidio. Se vedo uno che si masturba in pubblico e mi piace posso anche avvicinarmi, oppure posso ignorarlo». Insomma, sulle posizioni – nel senso metaforico delle idee – della millennial, una dichiaratamente di sinistra, si potrebbe realmente fare un libro. Controverse tanto da tradire, mal celando, un secondo fine propagandistico del marchio ‘Nappi’.

Il suo modo di fare però sembra funzionare – ha perfino un blog sulla rivista MicroMega – e, quindi, va bene anche così. Lo stesso brand, il suo, Valentina lo vende sui social. Da un lato su Twitter, dove la merce è offerta nel modo più esplicito possibile, alla stregua di un qualsiasi sito xxx. Dall’altro Instagram, dove più che un’attrice porno sembra una casalinga in cerca di approvazione per ciò che mangia o cucina, oppure Facebook, dove invece appare più come una normalissima animalista fissata coi conigli.

Il forte della Nappi, si capisce, non è l’antropologia e molto meno la psicologia, ma nemmeno la comunicazione interpersonale. Né è prova la surreale discussione messa giù a colpi di tweet contro Rose Kalemba, vittima di uno stupro di gruppo quando aveva appena 14 anni. Il video di quegli abusi è stato poi caricato su Porhub da qualcuno. E la ragazzina è diventata una sorta di testimonial della campagna contro quel genere di filmati nei siti pornografici, traffickinghub.

Per l’attrice campana, cresciuta a Pompei ma immigrata per lavoro anche a Los Angeles, Rose era un fake, un avatar perché, ha scritto commentando la fisionomia della giovane: «Nessuno ha così tanto spazio tra le sopracciglia». E poco importa che Rose le abbia pure dato retta spiegandole le sue origini indigene. Quella di Valentina, che di Pornhub è una delle regine, resta un’idea che lascia di sasso ma in grado di fare rumore, molto rumore.

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