61 anni fa moriva Marilyn Monroe: leggenda, icona, bellezza disarmante e personalità dal mistero tragico, la vita della talentuosa Marilyn si ricorda attraverso le sue fotografie, i suoi film, la sua voce soave. Un mito, un animo travagliato: Marilyn Monroe è immortale.
Il grande pubblico la ricorda come la donna bionda dalle forme irresistibili, ma Marilyn Monroe era molto di più. Sul set era una bomba di sicurezza e di forza, nella vita era una donna fragile. Prima di essere Marilyn era Norma Jeane e forse non tutti sanno che passò la sua infanzia facendo avanti e indietro dagli orfanotrofi e passando per ben 9 famiglie affidatarie. Dall’infanzia complessa a un’adolescenza bruciata: l’attrice si è sposata a soli 16 anni con il primo marito James Dougherty, ma dopo cinque anni divorzia: Monroe aveva bisogno della vita vera.
Insomma, non solo lustrini, aderenze giuste e simboli di una femminilità incantevole, l’iconica Marilyn era un libro tutto da scoprire.
La voce soave delle sue canzoni deriva da un trauma
Ogni trauma porta con sé strascichi e per Marilyn Monroe è stata la balbuzie. Arrivata proprio a causa di quell’infanzia tremenda, cominciò a sparire una volta lasciati gli orfanotrofi, ma si ripresentò più volte nel corso della sua vita, tanto da metterla a disagio e in seria difficoltà anche nel lavoro. Avete presente il tono della sua voce soave, lento, profondo, quasi come fosse un sospiro? Ecco, nulla di studiato o di finto: Monroe si faceva seguire da un logopedista e quella voce era frutto di un impegno incredibile per tenere il problema sotto controllo.
A causa della balbuzie Marilyn fu licenziata dal film Something’s Got to Give: morirà due settimane dopo.
Marilyn Monroe, lo stereotipo della bionda stupida e il caso Ella Fitzgerald
Sebbene esteticamente parlando Monroe rappresentasse lo stereotipo della “bella donna bionda formosa sensuale” e di conseguenza anche della “donna bionda superficiale e sciocca” (stupidi stereotipi, ndr), in realtà di superficiale, in lei, non c’era proprio nulla.
A scardinare lo stereotipo, infatti, è stata lei stessa, probabilmente anche senza volerlo. Erano i primi anni ’50 e sappiamo quanto il razzismo fosse presente negli USA. Proprio a causa di questo (e anche di una certa dose di sessismo), la grandissima Ella Fitzgerald non riusciva proprio a esibirsi in locali importanti, il che per lei significava rimanere nell’ombra costantemente. Fu Marilyn Monroe a tenderle la mano per prima: con la sua insistenza la bionda leggendaria riuscì a fare cantare Fitzgerald al Mocambo Club di Los Angeles: il resto della storia lo conoscete già.
Marilyn Monroe amava leggere ed era una grande appassionata di scrittura: bye bye stereotipi!
Il fascino di Marilyn Monroe è proprio indistruttibile. Al di là delle sue canzoni iconiche e dei suoi outfit leggendari ambiti dalle star di tutto il mondo (Kim Kardashian docet), la star del cinema era una fan sfegatata della lettura e amava scrivere. Pensate che dopo la sua morte furono trovati nella sua libreria più di 400 volumi di ogni genere! Con le parole, invece, ci andava a nozze: Monroe era solita scrivere pensieri e riflessioni, altra valvola di sfogo per la sua dolce personalità.
Iconica e meravigliosa, dal talento inconfondibile, Marilyn Monroe ci dimostra che i diamanti veri nascondono sempre parti in ombra e che scoprirle diventa magia.