Altered Carbon serie tv di Netflix e la sua angosciante immortalità

20 Marzo 2019
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La fantasia distopica degli autori di Netflix sembra avere confini limitati per cui ogni tanto pescano anche dai romanzi. È il caso di Altered Carbon serie tv, ispirata al romanzo cyberpunk Bay City di Richard K. Morgan.

L’episodio pilota di Altered Carbon serie tv e l’innesco della storia sono classici: un suicidio-omicidio (non si sa) nelle alte sfere, e quando dico “alte” intendo anche fisicamente. Infatti in questo mondo futurista i ricconi vivono in una specie di Olimpo verticale, collocato a giusta distanza aerea dalla plebaglia.

Costoro non solo sono nababbi ma anche apparentemente immortali. E qui nasce l’inghippo. Infatti è proprio il suicida, il magnate Laurens Bancroft, interpretato da James Purefoy, a ingaggiare un detective che indaghi sulla sua morte.

Il presupposto dell’immortalità del mondo di Altered Carbon serie tv si basa sulla “pila corticale”. Un dispositivo, collocato alla base del collo di chi voglia impiantarlo, che immagazina la vita, i pensieri e la personalità di quell’individuo, il quale una volta morto fisicamente può farsi reimpiantare dentro un altro corpo.

Purtroppo però solo i ricchi, i cosidetti Mat (da “Matusalemme”), possono permettersi di far riprodurre dal proprio dna delle “custodie” che li replichino esattamente. Tutti gli altri devono accontentarsi di corpi surrogati, anche di sesso diverso da quello precedente.

Quindi se si vuole davvero uccidere qualcuno dotato della pila corticale, questa deve essere distrutta.

Ecco che entra allora in scena il detective di questa storia, Takeshi Kovacs (Joel Kinnaman), un ex guerrigliero mezzo giapponese la cui pila è stata congelata in stasi carceraria 250 anni per aver cospirato contro il Protettorato che governa il mondo. Costui torna nei panni di un algido biondo di due metri e cerca di scoprire la verità.

La narrazione di Altered Carbon serie tv si dipana su diversi piani temporali, il passato di Kovacs, il passato dei Mat (longevi anche fino a 360 anni) e il presente, creando una storia avvincente anche se non scevra di qualche confusione data dallo scambio dei corpi.

Più che la risoluzione del mistero a intrigare è la storia di Kovacs e le contraddizioni della società di questo mondo distopico, perverso e crudele, che però conquista.

Se ancora non l’avete vista avete tempo per recuperarla prima che esca la seconda stagione, che Netflix ha annunciato in febbraio e che avrà un nuovo volto per il protagonista e diversi cambi di ambientazione.

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