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Amy Winehouse: la millennial predestinata

8 Agosto 2021
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Sono trascorsi dieci anni dalla morte di Amy Winehouse; media e social hanno fatto a gara per ricordarla come si deve. Nel complesso con molto rispetto, una rarità in quest’era così volgare.

Amy Winehouse fu trovata senza vita nel letto nella sua casa londinese di Camdem Square nel pomeriggio del 23 luglio 2011: una fine annunciata da tempo, il suo corpo e la sua mente erano sempre più devastati dall’abuso di droghe, medicinali e alcool – soprattutto alcool – e la portarono inevitabilmente a far parte del maledetto Club 27, al quale appartengono miti assoluti quali Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison e Curt Cobain, tutti accomunati dal fatto di essere deceduti a 27 anni, dopo una vita trascorsa in tali e tanti eccessi, da far credere sia stato un miracolo siano riusciti ad arrivare a questa età.

Amy Winehouse, il libro

I dieci anni dalla scomparsa della Winehouse sono stati commemorati in ogni modo: innanzitutto con il libro “La mia Amy: Amy Winehouse nel ricordo del suo migliore amico” di Tyler (Hoepli), un ritratto di chi la conosceva davvero bene, forse meglio di tutti.

Così come in questi giorni non mancano i documentari, in particolare sui canali Sky. Uno per tutti, “Amy Winehouse & Me: la storia di Dionne”: un documentario tributo, attraverso lo sguardo della cantautrice Dionne Bromfield, la figlioccia della Winehouse, trasmesso in tutto il mondo da MTV (entrambe nella foto d’apertura, per gentile concessione di Cressida Jane), così come merita di essere visto e recuperato “Reclaiming Amy” della BBC.

La cantante millennial più grande di sempre?

Amy Winehouse è stata la cantante millennial più grande di sempre? Sempre difficile districarsi in queste valutazioni di carattere assoluto, ma nel suo caso ci si può allargare con i titoli e con le esaltazioni senza troppo timore di essere smentiti. Di sicuro era un talento straordinario, capace di trasferire le proprie emozioni nel canto come pochissimi altri al mondo.

E come tanti artisti, le sue qualità erano accompagnate da insicurezze croniche, debolezze insanabili, dalla cosiddetta incapacità di essere normali, di reggere le pressioni che lo starsystem impone, di circondarsi di persone che davvero abbiano a cuore il loro destino e non siano soltanto gli opportunisti di turno.

Sono sempre troppi i personaggi del show business che cascano e ricascano nel tunnel dell’alcool e delle droghe, che entrano ed escono dai rehab: per la stessa ammissione di molti di loro, sono stati soltanto più fortunati ad essere sopravvissuti, ma non per questo posso essere assolti per essersela cavata. Anche perché troppo spesso, nelle performance e nelle opere di molti di loro, di arte ce n’è davvero molto poca.

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