Tra il 20 e il 21 aprile 2023, in piena Design Week milanese, una performance notturna ha animato le strade di Brera: il viandante nel tempo Jacopo ha intrapreso un viaggio intergalattico nel Letto Arcobaleno di Nanda Vigo, esposto nella galleria Archivi tematici XX Secolo.
In occasione del Salone del Mobile si è celebrata la collaborazione fra l’artista Anna Franceschini e l’artista, designer e collezionista Nanda Vigo. Un’opera speciale proveniente dalla mostra Passeggiate Intergalattiche (inaugurata lo scorso 26 marzo presso la galleria Vistamare Pescara) è stata trasportata proprio all’interno dell’Archivio Nanda Vigo, trasformando lo spazio in una Playroom da sogno. Qui il portavoce del collettivo DustyEye ha vissuto un’esperienza notturna totalmente visibile dall’esterno, immergendosi nel colorato universo della fantasia infantile accompagnato dalle opere di artisti visionari.
Allegra Ravizza, responsabile Archivi Tematici XX Secolo ci ha parlato in esclusiva di questo progetto artistico.
Partiamo dal principio: che cos’è l’Archivio Nanda Vigo?
Lo spazio di Via Gorani 8 è un luogo di ricerca che si colloca sotto all’ombrello più ampio degli Archivi Tematici del XX secolo. All’interno di questo spazio nascono molte relazioni: è preponderante la presenza di Nanda Vigo, ma la collezione comprende anche altri artisti. Tra questi proprio Renato Volpini, presenza che ci ha portato a sviluppare un’importante collaborazione con l’omonimo archivio. Il progetto “Amici di Nanda” mira ad analizzare le relazioni tra gli artisti: Renato Volpini, ad esempio, era amico di Nanda Vigo, sia dal punto di vista lavorativo ma anche personale, la loro amicizia è durata ben cinquant’anni. Lo spirito del progetto è quello di continuare queste relazioni e di farle rinascere, perché sono il motore delle avanguardie artistiche.
Come nasce la PlayRoom creata all’interno dell’Archivio Nanda Vigo?
Al momento è in corso la mostra a Pescara in collaborazione tra Nanda Vigo e Anna Franceschini, dove l’artista ha voluto portar avanti un dialogo con Nanda. In occasione del Salone del mobile abbiamo invitato Anna Franceschini a continuare questa “Passeggiata Intergalattica” portando un’opera della mostra a Milano, proprio all’interno del nostro archivio. Ha scelto “The Player May not change his position” (17’, 2009), una video opera che ha come soggetto il Luna Park. Nella stanza abbiamo aggiunto le celebri astronavi di Renato Volpini e il Letto Arcobaleno dai colori sgargianti, progettato da Nanda Vigo nella seconda metà degli anni ‘80 per la Disco Playroom, la stanza da letto commissionata per un bambino di otto anni. E infine la performance di Jacopo, che ha trascorso una notte nella cameretta intergalattica.
Da dove nasce l’iniziativa di questa performance? E qual è l’obiettivo?
Un giorno Jacopo è passato in galleria, siamo sempre indaffarati nei nostri lavori tra Volpini e Nanda… C’era un amico di sangue futurista che ha proprio istigato Jacopo, diceva «ah come deve essere bello dormire qua». Ed ecco che abbiamo detto «facciamolo». Insomma abbiamo colto la palla al balzo, come i veri futuristi. Come quelli che fanno i progetti senza un vero fine.
Infatti non esiste un vero obiettivo, l’arte è libera ed è lo sviluppo di un’idea. Si fa per il piacere di farlo. Questo è lo spirito per cui è stata fatta, l’idea è stata colta, si è preparato il letto… e via.
L’esperienza in prima diretta: CRONORAPPORTO DELLA NOTTE NEL LETTO ARCOBALENO
Ore 15.02 – Preparo la valigia selezionando anzitutto le letture. Chiaramente la biografia di Nanda Vigo GIOVANI E RIVOLUZIONARI, ma anche una raccolta di saggi di Kary Mullis. Mi sembrano figure tanto distanti quanto complementari. Poi la solita roba: occhiali per visione 3D a lenti rossa e blu. Pantaloni morbidi con maglietta e felpa a guisa di pigiama, un bastone tecnomagico da collaudare, un taccuino per le note, qualche demone digitale pronto per la migrazione, spazzolino da denti e ovviamente l’asciugamano.
Ore 17.30 – Entro in galleria portandomi dentro qualche goccia, ma decisamente più asciutto di quanto mi sarei aspettato. Vengo accolto da Allegra, Sara e Beatrice. L’allestimento della vetrina è avvolgente e di conforto.
Ore 18.18 – Mi cambio gli abiti e seleziono una tracklist per la nottata. Comincia con Trevor Moore, il brano è My Computer Just Became Self Aware. Perfetto.
Ore 20.38 – Arrivano i primi Amici. Jenny, seguita poi da Grendel. Passano a salutare e farsi due chiacchiere sul ciglio invalicabile della porta. Arriva anche Allegra con la pizza, ultimo sostentamento prima d’intraprendere il viaggio fino alla mattina seguente.
Ore 21.51 – Taccuino sulle ginocchia e matita alla mano prendo qualche nota sulla situazione. Abbozzo una lista di progetti su cui lavorare in nottata, ma con totale flessibilità. Poi scatto qualche foto per documentare l’esperienza.
Ore 22.22 – Realizzo di essere in quella situazione per intraprendere un viaggio intergalattico/temporale/onirico. Quindi metto da parte il lavoro,mi corico e dormo.
Ore 23.36 – Svegliato dal bussare di una coppia, mi chiedono se posso aprire e dare loro spiegazioni. Sono gentili, educati, lui più è sorridente di lei. Si rivelano preoccupati che qualcuno possa rompere il vetro per aggredirmi. Spiego loro con fare paterno che essere esposti mentre si dorme spaventa per un retaggio istintuale, è il solco lasciato nell’inconscio collettivo da quando nella notte belve feroci attentavano i primi Sapiens. Li tranquillizzo, quei tempi sono passati. Non li vedo convinti, allora rilancio regalando 60 Ukron cadauno. Ci salutiamo mentre palpeggiano le loro nuove banconote.
Ore 23.59 – Dormo.
Ore 04.44 – Suona una sveglia. In una sedicina di minuti abbondanti grazie al bastone tecnomagico trasferisco otto Demoni dai simulacri digitali realizzati da L.Elrah ad una solida scatola in legno. Ma non è questa la sede per approfondire la linea narrativa della Legione di Demoni. Trovate tutto cliccando qui.
Ore 05.12 – Dormo.
Ore 09.52 – Sveglia, abluzioni mattutine, bicchiere d’acqua. Il letto è sfatto, ma non distrutto. Denota un sonno tranquillo. Sul pavimento due cartoncini sovrapposti che non ricordo dalla sera precedente. Bozze di macchine spaziali si direbbe, ma voltandoli scopro essere un cybercane e un androide. Grazie Renato.