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Frida Kahlo ha rotto le balle. Un’artista trasformata in marchio-monociglio per borsette

17 Marzo 2018
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Vi racconto la triste parabola di Frida Kahlo. Era un’artista, poi è morta, poi è risorta come regina del gossip, e adesso fa la venditrice ambulante di borsette raffiguranti la sua bella faccia col monociglio. Sembra quasi felice.

Gli esperti d’arte, poveraccy, hanno capito che per sopravvivere devono, ogni tanto, buttar lì nel discorso un po’ di Frida Kahlo, sennò non se li fila nessuno. Frida Kahlo funziona! Ah, è in mostra al Mudec di Milano fino al 3 giugno.

“Un etto e mezzo di Frida Kahlo, grazie!” “Prego, si figuri!”

Persino un fallito come me, che di norma viene letto o ascoltato da tre gatti, per una volta andrà forse in doppia cifra, grazie a lei, grazie a Frida! Evviva Frida Kahlo!

Borse, tazze, cuscini, pinzette per le ciglia, trapunte, profilattici, bare e perfino la Barbie (vedi foto)…tutto marchiato Frida Kahlo.

Che senso ha, oggi, pubblicizzare gli autori originali, gli artisti del futuro, quelli che sudano e soffrono in carne ed ossa, quelli che vogliono morire perché amano troppo la vita, quelli che scriveranno la storia dell’arte, quando c’è già Frida Kahlo?

Frida è il passato, il presente, il futuro! Frida è tutto!

Cari propinatori di specchietti per allodole, edulcoratori dello straordinario, albertoangelizzatori della cultura, bricchettatori di schegge impazzite, piallatori di sguardi, state usando Frida Kahlo nel modo sbagliato, semplicemente perché la state usando.

L’arte non si usa, non deve servire, non deve esser serva di nessuno.

E se fare davvero arte è condannarsi all’emarginazione, ebbene, che emarginazione sia!

“Mi fai una pinta di Frida Kahlo?” “Eh l’ho finita, in compenso ho dell’ottima birra a Km zero”.

 

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