Black Spot racconta la storia di Villefranche, una cittadina sperduta vicino al bosco dove si verificano omicidi misteriosi.
Il maggiore Lauréne Weiss (Suliane Brahim), la protagonista, indaga sugli omicidi e anche sulla scomparsa di Marion Steiner, la figlia del sindaco. Nel frattempo però affronta anche il proprio passato. Infatti durante l’adolescenza la giovane Lauréne era scomparsa per alcuni giorni nel bosco, ricomparendo senza due dita della mano.
Al suo fianco c’è tutta la squadra della Gendarmerie del paese: il fedele “Nounours” Ferrandis (Hubert Delattre), il burbero Louis Hermann (Renaud Rutten) e la timida Camille (Tiphaine Daviot).
Tuttavia c’è anche qualcuno che sembra metterle i bastoni tra le ruote, come il nuovo procuratore Siriani (Laurent Capelluto), che disapprova i suoi modi impulsivi.
Il mistero della scomparsa di Marionne però è solo la punta di un iceberg fatto di credenze ancestrali, paura, follia e interessi personali, principalmente quelli della famiglia Steiner.
Di puntata in puntata la serie si addentra sempre più nel mistero della foresta, che cela verità scomode.
La foresta e gli altri personaggi
Il fulcro della storia si cela nei rapporti tra i membri della comunità e la foresta, giudice implacabile del comportamento umano e talvolta quasi giustiziera.
Gli alberi sanguinano, le api impazziscono, i corvi recano messaggi e attaccano i malvagi, quasi come se le natura dialogasse continuamente con l’uomo, che però è diventato sordo.
Tra i pochi sensibili alle voci del bosco ci sono soprattutto le donne: Lauréne, a causa del suo passato, la figlia Cora (Camille Aguilar) e anche Sabine (Brigitte Sy), la barista.
I richiami alla mitologia celtica sono numerosi e abilmente rielaborati per costruire il sostrato culturale della serie e giustificarne l’impianto generale. In particolare, come in Vikings, troverete corvi a profusione.
Perché guardarla
Benché sia indubbiamente lenta, soprattutto nella prima stagione (di due), Black Spot ha un intreccio notevole, dove si fondono diversi piani narrativi.
Abbiamo singoli crimini, risolti di puntata in puntata, mentre la scomparsa di Marion rappresenta l’indaginepiù lunga. da ultimo c’è il complesso dei misteri legati alla cittadina e alla sua cava. Si fa un uso sapiente del flashback, che riguarda non solo la vicenda di Lauréne ma la storia di Villefranche stessa in varie epoche.
Tirando le somme è una serie che merita di essere vista, superando lo scoglio delle prime quattro puntate, ed esercitando la nobile arte della pazienza.
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