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Perché ci piace La Rappresentante di lista? Siamo ospiti notturni che fanno rumore

29 Ottobre 2017
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Se ho imparato qualcosa in un anno di convivenza, è fissare qualche semplice regola: tu compri l’acqua, io passo l’aspirapolvere, tu butti i secchi, io metto a stendere i panni dopo la lavatrice. Poi ci sono le regole non scritte: tu mi svegli un quarto d’ora dopo di te, io pulisco la vasca, tu compri le cialde della macchinetta, io monopolizzo la musica la mattina, con La Rappresentante di Lista.

 

Dalla “top 10” delle peggiori cose mai pronunciate dalla bocca della mia coinquilina a proposito esce:
-“I nazisti no, ti prego” ( i Baustelle, ndr)
-“L’inizio di questa mi fa morire dal ridere” (Tanca, Iosonouncane, ndr)
-“Ma non l’ ascolti più l’Urlatrice? No, cioè, la Scrutinatrice.”
“Ma chi? La Rappresentante di lista?”
“Eh sì, quella
“.

Perché ci piace tanto La Rappresentante di lista

Erano-e sono-due attori di teatro che si sono conosciuti ad un laboratorio teatrale a Palermo e ora sono cinque: Veronica, Dario, Enrico, Marta e Erika; una compagnia teatrale con background diversi che suona, che fa ritmo.

Wikipedia ne definisce il genere come “rock progressivo”, ma loro si definiscono queer, termine preso in prestito dalle manifestazioni anni 90 LGTB, che oggi diventa oltre il genere, strambo, eccentrico, perché unisce la terra bagnata e viva, il folk, la voce di Veronica-che ti entra dentro, la tocchi da quanto è presente– il piglio punk, l’accento PROG, i suoni nuovi, mai casualità.

Siamo ospiti con gli occhi distratti
con gli occhi distrutti
dal fumo negli occhi
ladri dentro casa che gridano immobili
siamo ospiti notturni che fanno rumore
ora.”

Sono due album,(Per la) Via di casa e Bu Bu Sad, e uno che raccoglie i migliori live, Bu Bu sad Live, con una personalità complessa, tendenzialmente donna la cui “tosse grassa può spaventare mentre dormo”, con il capo mai chino che guarda sempre avanti, che se non viene amata non ne fa un dramma; una donna che canta a toni altissimi la sua autonomia, la sua forza.
Un rosso acceso, un viola.
Testi con questa carica non sovrastano la melodia, che nasce da ore di studio nello studio– e si sente.
La Rappresentante di lista ci piace tanto, perché ci investe, ci fa rabbrividire, sobbalzare, provare piacere, perché racconta colori alla Wes Anderson, città, passioni di donne che alzano la Croce in uno status di eterno etereo movimento.

Ci piace perché “quando passo in via degli uomini mi sento sempre la protagonista”.

 

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