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Le serie tv non hanno ucciso il cinema, ma hanno dato una bella mazzata ai libri

7 Ottobre 2019
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Quando sono esplose e diventate l’equivalente di junk food televisivo, le serie tv hanno allarmato critici e cinefili preoccupati per le sorti del cinema. Si pensava che lo avrebbero ucciso, invece non è successo. Tuttavia la vittima imprevista di questa nuova forma di intrattenimento potrebbe essere la narrativa scritta. Perché?

Oggi siamo tutti iperconnessi, usiamo tablet e iPhone, luccicanti, veloci, con l’audio e il video, possiamo stoppare una visione quando vogliamo e chattare con qualcuno. Difficile divertirsi allo stesso modo sfogliando le pagine di un libro: tutte uguali! Stringhe e stringhe di roba scritta e basta. Un incubo per l’utente iperstimolato del 2019 con i suoi deficit di attenzione non diagnosticati.

Cinema vs serie tv o Serie tv vs libri?

Fino a dieci anni fa era normale vedere le persone leggere un quotidiano o un libro in metro, oggi è ormai una rarità. Così mentre i cinema tengono botta e Netflix è nelle case e nei telefoni di tutti, le librerie invece si stanno trasformando in luoghi di svago dove la vendita del libro non è più il business centrale.

Puoi andare in una Feltrinelli Red a berti un caffè, sfogliare decine di libri che non comprerai seduto a un bel tavolo con musica dal vivo in sottofondo. E poi uscirtene pagando solo la nuova cover per il cellulare.

 

Che c’entrano in tutto questo le serie tv? C’entrano perché hanno rimpiazzato la lettura come forma di svago. Già il cinema aveva messo un tassello importante ma nella serialità (perdonate la ripetizione) delle serie tv c’è la stessa identica ricetta che ha reso il romanzo il vero protagonista dell’intrattenimento fino al secolo scorso.

Attacco, trama, personaggi, intreccio, svolgimento, epilogo. Ci sono anche nei film ok, ma nelle serie il loro alternarsi diventa un ritmo vincente. Le puntate durano massimo un’ora. Appena una finisce, ne vorresti subito un’altra. E poi c’è un altro fattore… Umberto Eco lo diceva sempre, i classici non sono dei libri migliori di altri, ma semplicemente dei libri che hanno resistito al tempo, che si sono imposti. Dei personaggi che si sono imposti potremmo dire. Romeo e Giulietta, Achille, Dracula. I personaggi letterari di solito si imprimono nel cuore della gente perché ci si può rispecchiare, o perché le loro storie sono entusiasmanti. Gli scrittori di oggi sono troppo impegnati a fare letteratura per raccontare trame popolari.

Nessuno conosce i personaggi di un Premio Strega ma tutti sanno chi sono Walter White e Jesse Pinkman. Certo ci sono i casi di Harry Potter, Jon Snow, Aragorn, Montalbano. Tutti nati dai libri. Beh, sono eccezioni. E noi non siamo qui a sostenere che la letteratura sia morta, ma che la narrativa scritta non abbia vita lunghissima.

Il romanzo è morto, evviva il romanzo!

E sapete una cosa? Non è una tragedia. Come non sono una tragedia gli inglesismi. La lingua è sempre mutata e l’evoluzione delle forme di intrattenimento pure. Solo la Crusca grida allo scandalo, ma proprio loro che sono linguisti dovrebbero sapere che è un processo inevitabile. Magari tra trent’anni sarà normale, parleremo tutti come Anna Dello Russo e andremo in cinema dove rumori, suoni e odori sono parte integrante del film. Non ci è dato saperlo.

Una cosa è certa, la Letteratura non morirà mai. Nemmeno i lettori, ovvero tutti quelli che cercheranno nel gesto meditativo e solitario della lettura una forma di divertimento. Dobbiamo essere elastici sul nostro concetto di Letteratura. Prendete il Nobel a Bob Dylan, non è azzeccato? Chi più di lui è stato Poeta nel 900? Forse sono letteratura anche le serie tv. Difficile non definire tali True Detective, Gomorra o Lost. Non è un pensiero scandaloso. Dobbiamo vedere tutto il processo come qualcosa di meno sacrale. Dobbiamo ricordarci la funzione ludica di una storia. Pensate ai fantasy. Stupendo leggere Tolkien, ma ancora di più vederlo sullo schermo. Il cinema ha potenziato quelle pagine dando ai lettori che fino a quel momento avevano solo immaginato, un vero scenario visivo.

Quindi gli scrittori continueranno a scrivere, alcune storie saranno più adatte ai libri che allo schermo, i registi diventeranno (già lo sono) i nuovi autori di classici e le serie tv saranno i nuovi romanzi. Non allarmatevi, non cominciate a piangere che non ci sono lettori e che siamo tutti ignoranti. Dobbiamo far convivere tutte queste forme diverse, non essere settari. E vivremo tutti felici e contenti.

 

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