La dieta onnivora – e anche vegetariana – causa disumana sofferenza.
Non voglio parlare della breve vita infernale a cui queste bestie che teniamo negli allevamenti intensivi sono condannate. Tuttavia, vi posso assicurare che l’allevamento, specialmente quello intensivo, per come è organizzato al giorno d’oggi, può essere considerato un crimine contro l’umanità. Ora vi spiego perché.
L’allevamento di bestiame a livello globale:
- consuma il 30% dell’acqua dolce globale;
- occupa il 45% della superficie terreste;
- è responsabile della deforestazione dell’Amazzonia per il 91%.
In media viene distrutto un acro di foresta pluviale al secondo. Un acro è circa la dimensione di un campo da calcio. Questo per far spazio al pascolo e ai campi agricoli, principalmente di soia geneticamente modificata, necessari per nutrire mucche, maiali polli e pesci dall’allevamento.
Si parla tanto della questione dell’olio di palma. Non fraintendetemi, è un gravissimo problema: sono stati abbattuti 26 milioni di acri di foresta per far spazio a queste immense monoculture. Solo fino al 2014, per l’allevamento del bestiame e la coltura del cibo di cui necessitano, ne sono stati abbattuti 136 milioni.
Ormai si trova facilmente in tutte le confezioni di biscotti, dolciumi e non solo, la famosa certificazione “senza olio di palma”, ma mi chiedo per quale motivo disincentivare il consumo di carne e prodotti animali viene ancora visto come esagerato ed estremista.
Per produrre un hamburger di 100 grammi servono circa 2500 litri di acqua, quindi 10.000 litri di acqua per produrre mezzo chilo di carne. Se il consumo di acqua medio per fare una doccia è di 250 litri, mangiare mezzo chilo di carne è come farsi 40 docce: due mesi di docce. Servono 1.800 litri di acqua per produrre mezzo chilo di uova, 3.500 litri per mezzo chilo di formaggio e 1.000 litri di acqua per un litro di latte.
È ancora estremista pensare che gli allevamenti intensivi di bestiame siano uno dei problemi attuali più importanti?
Sì? Allora seguitemi in questo ragionamento. In merito alla questione ambientale sentiamo spesso dire “siamo troppi!”. Ammetto che sia spaventosa e scioccante la crescita demografica a cui la popolazione umana è andata incontro. Dopo aver raggiunto, nell’arco di migliaia e migliaia di anni, i 2 miliardi di esseri umani nel 1930, in meno di un secolo siamo arrivati quasi a 8 miliardi.
Tuttavia, noi 8 miliardi di persone abbiamo deciso di allevare 70 miliardi di animali da fattoria. Ogni girono l’intera umanità beve circa 20 miliardi di litri di acqua e mangia 10 miliardi di chili di cibo. Ogni giorno un miliardo e mezzo di mucche allevate globalmente bevono 170 miliardi di litri di acqua e mangiano 61 miliardi di chili di cibo.
Milioni di persone soffrono la fame, ma noi decidiamo di produrre quantità esagerate di cereali e legumi per sfamare animali che poi uccidiamo negli allevamenti intensivi.
La fame nel mondo non “esiste e basta”, la fame nel mondo è una scelta, che volenti o nolenti, facciamo a ogni pasto. Per nutrire una persona per un anno con una dieta vegana basta 1/6 di un acro di terreno. Per un vegetariano (mangia anche uova e latticini) serve il triplo del terreno. Per nutrire un americano medio con una dieta ad alto consumo di carne, latticini e uova è necessario 18 volte la quantità di suolo che serve a un vegano. Cioè serve disboscare un’area 18 volte più grande per nutrire un onnivoro/carnivoro rispetto ad un vegano.
Però essere vegani è una scelta “estrema”?
Si producono 15.000 chili di verdura su un acro e mezzo, ma solo 170 chili di carne nella stessa estensione di terreno, cioè un 1/88. Quante più persone si possono sfamare con 88 chili di verdure rispetto ad 1 chilo di carne?
Una dieta vegana produce 1/2 anidride carbonica di un onnivoro, consuma 1/11 di combustibili fossili, 1/13 della quantità di acqua, 1/18 della quantità di terreno. Quindi se mangi vegano un giorno invece che consumare prodotti animali risparmi in media:
- 4.000 litri di acqua;
- 20 chili di grano;
- 10 metri quadrati di foresta;
- circa 5 chili di CO2 equivalenti;
- e, che possa interessare o meno, la vita di un animale.
I millennial consigliano il documentario su Netfilx COWSPIRACY per avere più chicche sul mondo di soldi e potere che gira intorno alle aziende degli allevamenti intensivi.
Appuntamento al prossimo lunedì con “Fottutamente ecologico” per parlare di come l’allevamento del bestiame stia distruggendo oceani e habitat terreste, generando massive emissioni di CO2 e sia la causa principale della perdita di biodiversità e dell’estinzione di specie.
Leggi anche:
Fottutamente ecologico: l’importanza del suolo terrestre (parte 1)
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