Torniamo ai dati di una ricerca sul “l’automobile come spazio vitale” pubblicata a San José, in California.
A volte le tendenze si annusano, ti fai un’idea osservando come si comportano i tuoi amici, i tuoi genitori i tuoi colleghi e poi tac! all’improvviso scopri che qualche dato scientifico conferma il tuo pensiero.
Il rapporto, realizzato per Caravan si intitola La macchina come Terzo Spazio e all’interno troviamo non soltanto le preferenze degli automobilisti sulle funzionalità dell’abitacolo, ma qualcosa di ben più prezioso per chi deve fare investimenti sul futuro. Il succo è che il 75% dei conducenti della generazione Z (dai 18 ai 25 anni) e il 49% dei conducenti in generale è più propenso a considerare il proprio veicolo come un terzo spazio vitale, alternativo a casa e ufficio. Un dato enormemente più alto rispetto al periodo pre-Covid.
Automobile come Terzo Spazio Vitale, terza dimensione?
Ma che cosa intende esattamente l’indagine per Terzo Spazio? È una definizione che raggruppa situazioni e luoghi nei quali rilassarsi, dare sfogo ai propri hobby, sfuggire alle pressioni del lavoro. Un terzo spazio è il bar, la biblioteca, un parco e, da oggi in maniera sempre più evidente l’autoveicolo.
Se il primo spazio è la casa e il secondo spazio è il luogo di lavoro la tecnologia avanzata e la telemetria oggi scombinano le carte in tavola: tante attività (di lavoro o personali) sono oggi possibili in auto e i primi ad averlo capito sono proprio i ragazzi della Gen Z.
Chi osserva dove stanno andando questi ragazzi è in grado di progettare il futuro dei propri prodotti e delle proprie aziende. Manager come Jeff Jury, vicepresidente senior e direttore generale di Xperi Connected Car (che sviluppa piattaforme per connettere le auto ai servizi digitali) lo spiega così, e mi ha fatto molto piacere leggere quanto siamo allineati: «La prossima evoluzione del settore automobilistico riguarda l’interno del veicolo, in particolare il suo ruolo di spazio polifunzionale», ha detto Jury commentando i dati. Ed è arrivato a considerare i conducenti delle auto e i passeggeri come una nuova categoria di consumatori. «I giovanissimi stanno passando dall’idea dell’auto come mezzo di trasporto a quella di uno spazio in cui rilassarsi e trovare una dimensione privata. Questo impone alla tecnologia di unire le caratteristiche di sicurezza dell’abitacolo del veicolo alla capacità di soddisfare esigenze di divertimento, comfort, personalizzazione e benessere. È il futuro, e si chiama auto connessa».
Un focus sui punti salienti della ricerca
- «Sicurezza, comfort e radio/audio sono al primo posto nella progettazione del terzo spazio del veicolo». Non posso non notare con gioia quanto sia essenziale procedere a sviluppare gli strumenti radio e audio alla nostra vita quotidiana. Ci ho sempre creduto e ci crederò sempre.
- «Il 69% dei conducenti è interessato a ricevere aggiornamenti sanitari e diagnostici dal proprio veicolo». In un mercato mondiale che vede quadruplicare i propri investimenti nella salute e nella prevenzione, credo che le eccellenze tecnologiche del nostro Paese, come l’elettromedicale, la telemedicina e la telemetria oggi abbiano il dovere di fare sistema e affrontare anche questo servizio “in car”.
- «Il 91% dei Millennial e della Generazione Z è interessato alla tecnologia di rilevamento dell’umore per regolare i contenuti audio all’interno del veicolo». Sembra una innovazione piccola e invece è enorme. Le due generazioni in questione hanno rotto il tabù della malinconia. Non se ne vergognano, cercano modi sani per lavorare sul proprio umore. Immagino quanto un servizio di questo tipo possa migliorare la vita delle persone.
A pochi giorni dal nuovo anno, per esempio, non sono tante le notizie in grado di metterci di buon umore. Ma senza dubbio questi sono dati che confortano chi vede la tecnologia come qualcosa che può migliorare la vita delle persone.