Il 24 Marzo approderà in Italia Disney+, la piattaforma streaming della casa di produzione che, inglobando poco a poco il mercato dell’intrattenimento, è arrivata a competere con colossi come Netflix e Amazon Prime Video. Al lancio, Disney+ avrà i cataloghi completi di Pixar, Star Wars, MCU, 500 episodi de I Simpson e i prodotti della National Geographic, senza contare che sono in produzione serie e film originali, come ad esempio Falcon and the Winter Soldier, Loki, WandaVison ed altri.
Perché Disney+ è diventata popolare in America
La piattaforma, lanciata negli Stati Uniti a Novembre 2019, ha registrato iscrizioni record (si parla di 10 milioni in meno di una settimana) facendo tremare le gambe ai propri concorrenti, il tutto grazie (in parte) al suo prodotto di punta, la serie The Mandalorian.
Serie creata da Jon Favreau (Iron Man, Iron Man 2) ambientata nell’universo di Star Wars intorno al 9 ABY (nove anni dopo la battaglia di Yavin), primo serial live action di quell’universo narrativo.
Protagonista della serie è appunto il Mandaloriano, mercenario appartenente alla gilda dei cacciatori di taglie, il quale riceve un incarico da uno degli ultimi generali dell’Impero Galattico, incarico che metterà in moto gli avvenimenti della serie.
Ma cos’è quindi un Mandaloriano?
I Mandaloriani sono una razza, o meglio, un credo di guerrieri famosi per le grandi doti belliche e per una disciplina militare che potrebbe farli avvicinare ai nostri spartani. Grande importanza nella loro cultura viene data al metallo e ai fabbri, costruttori di armi e armature, elemento visivo che li rende immediatamente riconoscibili (Boba Fett indossa un’armatura mandaloriana). Seppur divisi in clan, mantengono un atteggiamento neutrale nell’era della Repubblica, ma con l’Impero vengono combattuti e presumibilmente estinti.
Piaciuta la spiegazione da soggettone? Scusate, ma vi toccava.
A questo punto la domanda sorge spontanea. Come ha fatto una serie simile a scatenare questo terremoto mediatico?
La recensione di The Mandalorian
Beh, è presto detto. The Mandalorian riesce nell’impresa di soddisfare i temibili fan di Star Wars unendo le atmosfere della trilogia originale con elementi che danno al prodotto uno stile personale. Una mescolanza che la pone perfettamente tra le storie ambientate in una galassia lontana lontana.
The Mandalorian è innanzitutto un western, anzi, uno spaghetti-western con astronavi e pistole laser. Gli elementi ci sono tutti. Il protagonista si presenta sui nostri schermi come il classico antieroe silenzioso, uno “straniero” che arriva in città (o in questo caso pianeta) sconvolgendone lo status quo, un novello Clint Eastwood con elmo e armatura. Oltre al protagonista è tutto il setting a creare queste sensazioni western, con ambientazioni polverose, sporche, vecchie. Una fotografia calda, che sfrutta al meglio la luce delle diverse ambientazioni. E un formato video vicino ad un 16:9 particolarmente stretto in grado di valorizzare sia i primissimi piani cari al genere nostrano, sia le panoramiche tipiche della saga di George Lucas.
Anche la musica gioca in favore della reminiscenza spaghetti-western. Con una OST composta dal premio Oscar Ludwig Göransson (Black Panther) che crea un commento musicale che rimanda in parte alle atmosfere dei film di Sergio Leone, con l’uso di flauti e tamburi per sottolineare i momenti di tensione, senza rinunciare però a suoni più acuti che lo avvicinano alle musiche di John Williams, attento quindi a restituire il senso di meraviglia legato all’ambientazione fantascientifica.
Gli episodi di The Mandalorian
La serie, composta da otto episodi, vede tra gli sceneggiatori anche Dave Filoni, nome d’interesse legato a Star Wars grazie alle serie Star Wars: The Clone Wars e Star Wars: Rebels; Filoni dà una forte identità alla serie con dialoghi intriganti, una certa leggerezza generale ed un grande di lavoro di scrittura ad inizio e fine serie, senza però riuscire a mantenere un alto livello nella fase centrale della storia.
La trama di The Mandalorian
Se la struttura narrativa è parecchio interessante, con episodi a trama orizzontale ed altri più indipendenti, lo stesso non si può dire della sceneggiatura, che subisce un forte calo negli episodi centrali e rischia di sgonfiare l’interesse dello spettatore per il prodotto. Si passa infatti da episodi ben strutturati ed avvincenti, come i primi tre (The Mandalorian, The Child, The Sin) ad altri più deboli, per non dire noiosi e ripetitivi (in particolare The Gunslinger) per poi riprendersi nell’episodio otto Redemption, diretto da Taika Waititi (Thor Ragnarok, Jojo Rabbit), finale ideale della prima stagione, che chiude in maniera soddisfacente alcuni archi narrativi e ne apre altri, con un cliffhanger che compiacerà i fan più sfegatati.
In conclsusione…
The Mandalorian è sicuramente la cosa migliore capitata a Star Wars nel 2019, una serie che riesce al meglio nell’obbiettivo di intrattenere lo spettatore e riesce a riportare i fan ai fasti della trilogia originale, grazie ad un ottimo blend di effetti visivi ed effetti speciali che restituisce quelle atmosfere a cui tutti siamo legati.
Perciò, a tutti quelli che: “La trilogia prequel non è Star Wars!” o “The Rise of Skywalker ha rovinato la saga!” consiglio vivamente di spendere 6,99 € al mese di abbonamento e recuperare questa serie. Rientrate in un mondo di fantasia, perdetevi nuovamente in una galassia lontana lontana.
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