Per il film Parassite nessun povero si toglie di dosso la puzza di povero

17 Febbraio 2020
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Il film Parassite ti fa prendere una metropolitana buia e maleodorante nei sobborghi della città, per poi catapultarti nel lusso di una villa signorile e ributtarti di nuovo giù nel baratro. Tutto questo per spiegare la società in cui viviamo oggi.

Un film da Oscar.

Il film Parasite è passato alla storia. E’ il primo film sudcoreano a vincere l’ambito premio dell’Accademy come miglior film dell’anno, ma non solo. Ha anche ottenuto tre importanti premi, come miglior regista a Bong Joon Ho, miglior film straniero, miglior sceneggiatura originale e miglior cast.

Ma tra lo sfarzo e il glamour di vincere quattro oscar, la storia che vuole raccontare Bong Joon Ho è un’altra: “Non voglio essere considerato uno spirito rivoluzionario, al contrario, sono costantemente alla ricerca del motivo per cui le rivoluzioni sono così difficili. “.

E in questa frase è riassunto tutto lo spirito del film Parassite che mostra come, nella nostra società, lottare per cambiare il proprio stato sociale sembra un’impresa impossibile. Il mondo è diventato troppo complicato, ed è impossibile capire chi sono veramente i nostri avversari, per questo ci trasformiamo tutti in parassiti.

Spiegazione del film Parassite.

Il film parte in commedia per poi atterrare nel dramma. Un dramma per cui ho dovuto fumarmi tre sigarette di fila dopo averlo visto, un racconto che ti turba, ti fa sentire in trappola, senza via di fuga. Si parla di classismo e di capitalismo come il veleno strisciante che mostra il peggio della società. Indipendentemente dallo spettro sociale a cui appartieni, ognuno è vittima, nessuno è vincitore.
I parassiti di cui parla il titolo sono, apparentemente, i poveri. Rappresentati dai membri della famiglia Kim e dal marito e la ex domestica dei Park.

I membri della famiglia Kim, appartengono alla classe povera della società di Seul per questo abitano sotto terra. Nessun membro della famiglia lavora e per sopravvivere trovano diversi stratagemmi per farsi assumere dalla famiglia benestante dei Park, ingannandoli sul loro legame di parentela per svolgere lavori quotidiani e domestici presso la loro casa. I poveri si attaccano come dei parassiti succhiando le risorse dei ricchi.

Ma lo scenario è molto più sfaccettato, non esiste nero e bianco. Anche i Park, nonostante la ricchezza sono dei parassiti. Loro succhiano le risorse della società, permettono al sistema ingiusto di andare avanti e prosperare. Deridono i poveri, li considerano come una pila di immondizia, li riconoscono, e sono disgustati dal loro odore.

L’olfatto e la vista nel film Parassite.

Ed è proprio attraverso l’olfatto e la vista che Bong Joon Ho, cuce il suo racconto sulle classi sociali.

I poveri hanno tutti lo stesso odore. Lo si vede, inizialmente, nella scena in cui il figlio piccolo dei Park, Da-Song, riconosce un legame tra i membri della famiglia Kim, semplicemente annusandoli.

E anche il capo famiglia dei Park, riconosce che il signor Kim, il suo nuovo autista, non è chi dice di essere a causa del suo odore: “Un odore che oltrepassa il limite, che non puoi identificare perchè è difficile descriverlo, lo si può sentire a volte sulla metropolitana.”

E’ un odore che supera il limita perchè è in grado di identificare una persona che vive in uno stato di sofferenza totale: fisica, relazionale, spirituale, intellettuale. Non importa se riesci a redimerti, non importa se svogli un lavoro umile, non importa se sei l’autista personale di un miliardario, Parasite vuole dirci che i poveri saranno sempre guardati dall’alto in basso.
Nel frattempo i ricchi continueranno a disprezzarli ma allo stesso tempo cercheranno di trarre vantaggio da loro, facendogli svolgere i lavori più umili. Si può dire quindi, ancora una volta che i Park, in questo senso sono parassiti tanto quanto i poveri Kim.

A livello visivo invece la differenza di classi si rispecchia nelle abitazioni delle rispettive famiglie: le persone di classe inferiore in Parassite abitano sotto terra. I Kim vivono in una casa sotto la strada, esattamente in un punto dove molti abitanti del quartiere vanno ad urinare.  Gli altri parassiti del film, la ex domestica dei Park e il debitore, vivono letteralmente nascosti sotto la casa dei Park in un bunker costruito per difendersi dagli attacchi della Corea del Nord.

I ricchi, al contrario, vivono al di sopra del suolo, immersi dalla luce del sole, in case con grandi giardini. Gli altri sono costretti a rimanere al buio, tecnicamente e metaforicamente.

Per Parasite, cambiare la propria condizione è un’utopia.

Ma il film va oltre il semplice contrasto delle vite tra ricchi e poveri, ribadendo che il problema è l’impossibilità di cambiare la propria situazione. Non è colpa dei ricchi che i poveri usino modi estremi sopravvivere, né è colpa dei poveri che sono nati in circostanze sfortunate. È colpa del sistema che ha permesso di allargare il divario tra i ricchi e la classe lavoratrice e, quindi, anche consentire ai primi di trarre facilmente vantaggio dai secondi.

Il film si conclude con un monologo del primogenito dei Kim, che nonostante le mille disgrazie che succedono nel film, si ritrova al punto di partenza, sperando ancora nella possibilità di cambiare la sua situazione, diventare ricco e riscattare il padre. Bong Joon Hoo fa intendere agli spettatori, che tutto ciò non accadrà mai, concludendo la commedia nel dramma.

“Ci sono persone che stanno lottando duramente per cambiare la società. Mi piacciono quelle persone, e faccio sempre il tifo per loro, ma far sentire il pubblico qualcosa di nudo e crudo è uno dei più grandi poteri del cinema “ Ha dichiarato in un’intervista.

“Non sto realizzando un documentario qui. Non si tratta di dirti come cambiare il mondo o come dovresti comportarti perché qualcosa è malvagio, ma piuttosto cerco di  mostrarti il ​​peso terribile ed esplosivo della realtà. Questo è ciò che credo sia la bellezza del cinema “.

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