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Il metaverso sostituirà davvero i social media?

29 Aprile 2022
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Abbandoneremo per sempre i social media per spostarci nel metaverso? È ancora troppo presto per dirlo, anche se qualcosa di grosso bolle in pentola. I fatti parlano chiaro: brand, artisti, il mondo della moda e persino la politica si stanno tutti spostando nell’universo digitale. Giochi come Fortnite e Minecraft attraggono orde di giovani, eppure, nonostante il fermento, resta un grande ‘ma’. Secondo quanto riportato su Fastcompany, la Gen Z, la principale frequentatrice del metaverso, è ancora molto scettica sull’idea di un mondo “completamente online”.

Dal sondaggio condotto dalla società finanziaria Piper Sandler, è emerso che la metà degli adolescenti intervistata ha affermato di non essere sicura, o di non avere alcuna intenzione, di acquistare un dispositivo per accedere al metaverso. Solo il 9% ha dichiarato di essere interessato a effettuare l’acquisto di un visore (VR), mentre il 26% ha affermato di possederne già uno. Di quel 26%, solo il 5% frequenta il metaverso quotidianamente, la restante parte (circa l’82%) lo fa poche volte al mese. 

Cos’è esattamente il metaverso

Facciamo prima un passo indietro, per comprendere se in futuro il metaverso prenderà il posto dei social è fondamentale capire bene di cosa si tratta. Anzitutto non esiste un solo metaverso, ma esistono tante piattaforme, brand o aziende che hanno sviluppato il loro personale metaverso. Sono mondi immersivi, al quale si accede tramite software specifici e l’utilizzo di dispositivi tecnologici (i visori, appunto), all’interno dei quali gli utenti interagiscono mediante avatar, parlando, scambiando informazioni o semplicemente giocando assieme.

A coniare il termine metaverso è stato lo scrittore Neal Stephenson, autore di libri di genere fantascientifico, che già all’inizio degli Anni ’90 introdusse il concetto nei suoi testi. Il termine è diventato popolare solo un paio di anni fa, quando l‘amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, ha ribattezzato la sua società “Meta”, introducendo il concetto di mondo virtuale alla portata di tutti. Secondo un articolo pubblicato sul blog Bitacro, per Zuckerberg, il metaverso non è un luogo in cui gli utenti consumano contenuti passivamente, quanto più un posto dove poter vivere. L’universo virtuale potrebbe, ad esempio, migliorare la qualità dell’istruzione, aiutando quelle persone che hanno difficoltà ad accedere a un’educazione scolastica di qualità. 

Un mondo dopo i social

Finora il metaverso (o i metaversi), più che per comunicare sono stai impiegati nell’ambito dell’intrattenimento. Le grandi aziende offrono un flusso costante di festival e concerti online, collaborando con artisti come Lil Nas X, BTS e Ariana Grande, (eventi da record, che hanno attratto decine di milioni di spettatori). Nonostante le dichiarazioni quasi filantropiche, il Meta di Zuckerberg finora ha lanciato solo Horizon Worlds, un gioco virtuale ad alta interazione. Lo scorso dicembre è nato il primo esperimento dell’azienda, con il dichiarato obiettivo di voler dominare il futuro della realtà virtuale. Le cifre investite salgono al calare dell’età dei ragazzi coinvolti: Epic Game ha investito 2 miliardi di dollari per costruire in collaborazione con Lego Group un metaverso adatto ai bambini.

Data la sua natura ancora in divenire, l’infinita potenzialità delle applicazioni e la totale ignoranza sugli aspetti negativi che il metaverso potrebbe comportare, non è ancora possibile stabilire se sostituirà i social (e come lo farà). Forse dobbiamo iniziare a ridefinire anche il nostro concetto di social, e chiederci: avranno ancora senso di esistere fra una decina d’anni?