Jane Eyre libro: la protagonista dell’omonimo romanzo di Charlotte Brönte è senza dubbio uno dei personaggi letterari che accumula più sfighe in assoluto della storia. Ecco perché.
Jane Eyre, orfana e bruttarella, finisce in casa di una zia cattiva con cugini odiosi, poi la mettono in un collegio dove patisce la fame e il freddo, la sua migliore amica muore di tubercolosi ma… Jane sopravvive.
Tutti questi sforzi per finire a fare l’istitutrice a Thornfield Hall, la tenuta di Mr Rochester, proprietario burbero e iracondo.
Per fortuna Jane ha come allieva Adèle, una bimba un po’ fatua ma tanto tanto carina e affettuosa, alla quale cerca di inculcare la basilari nozioni di aritmetica e grammatica.
Nel palazzo del signor Rochester però si odono terribili urla e la governante suggerisce a Jane di chiudersi bene in camera quando va a dormire. Naturalmente la nostra eroina se ne frega e va allegramente in giro a curiosare e a disegnare.
Tutto questo disegnare suscita una certa curiosità in Mr Rochester che si diverte parecchio a stuzzicare la sua istitutrice e a metterla in imbarazzo.
Ora, se Jane fosse stata un minimo più saggia non avrebbe ceduto al fascino da orso del suo datore di lavoro e invece… ci casca come una pera cotta.
E vissero felici e contenti, direte voi. Ma quando mai!
Infatti, in quest’analisi di Jane Eyre libro, non abbiamo tenuto conto del “fattore Brönte”, che potremmo così riassumere: se una storia ha il potenziale per finire bene e senza intoppi state certi che si apriranno le porte dell’Inferno e ne uscirà fuori qualcosa di veramente brutto.
Non vi dico cosa succede a Jane il giorno delle nozze (sì, c’è speranza per tutti) perché sarebbe spoiler, ma vi do un avvertimento semplice semplice: non fate come Jane, evitate di trovare impieghi in lande desolate, in magioni con abitanti imprecisati e senza un buon impianto antincendio regolarmente collaudato a norma di legge. Io vi ho avvertiti.
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