C’è un mistero che aleggia sulla letteratura italiana di questi tempi ed è quello riguardante l’autrice de L’amica geniale, Elena Ferrante, già conosciuta in precedenza per L’amore molesto e I giorni dell’abbandono (entrambi diventati anche film).
Certo tanto misteriosa non sarà, se ogni settimana dà la sua opinione sull’eminentissimo The Guardian. Eppure il mistero ha contribuito ad alzare l’interesse verso la quadrilogia in salsa squisitamente italiana, anzi partenopea. Come mai proprio al terzo libro e non prima?
Probabilmente perché L’amica geniale è un romanzo così intimo e così radicato a Napoli da far pensare che la sua autrice debba necessariamente essere napoletana. Si è aperta una caccia alla donna ( e poi: sarà davvero una donna?) che ancora non ha avuto fine.
Come ogni saga che si rispetti L’amica geniale parte dall’infanzia delle due protagoniste, Elena Greco e Raffaella Cerullo (alias Lila), due bambine cresciute in un rione periferico di Napoli. Le due diventano amiche quasi per sfida, dato che si contendono il posto di migliore della classe, e proseguono la loro amicizia anche quando Elena continuerà gli studi mentre Lila dovrà abbandonarli.
La trama dei quattro libri copre un arco di tempo lunghissimo (dagli anni Cinquanta ai giorni nostri), durante il quale l’amicizia delle due bambine e poi donne si scontra con difficoltà economiche, con reciproche invidie e segreti inconfessabili. Eppure la “genialità (sta a voi capire se l’amica geniale sia Elena o Lila) di questo romanzo sta nell’afferrare il lettore, con uno stile pulitissimo e senza neanche un cedimento verso il dialetto, e tenerlo stretto a Napoli e ai suoi “bassi” oscuri.
La narrazione procede incalzante, senza sbavature, attraverso le vite di Elena, Lila e di tutte le famiglie che fanno da contorno alla loro esistenza nel rione prima e fuori da Napoli poi.
Se non l’avete ancora letto e vi spaventa la mole di pagine dei quattro romanzi potreste invece cominciare col guardare la miniserie in 8 puntate che andrà in onda dal 28 novembre sulla Rai. Chissà che poi non vi venga voglia di correre in libreria ad acquistare anche i romanzi.
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