Nonostante le pandemie vere o presunte, nonostante la paura che si insidia ogni giorno di più nei nostri cuori e ci rende vigliacchi, ci sono ancora spiriti liberi e pazzi che ci riscattano dal baratro. Ecco com’è andata la lite tra Barbara D’Urso e Vittorio Sgarbi.
La lite Sgarbi-D’Urso è quanto di più necessario al genere maschile italico, alla civiltà, al progresso del buon senso. Invitato in studio da Carmelita, il solito Sgarbi sbruffoneggia e sproloquia su vari argomenti fino a che non fa qualcosa di sgradito alla conduttrice. Rivela che Berlusconi gli raccomandò una ragazza per La Pupa e il Secchione. La D’Urso si arrabbia e a sua volta oggetto di gossip minaccia Sgarbi di prenderlo a calci in culo.
L’attimo, la terrà che tremò, l’aria s’incendiò… e poi: silenzio! (cit)
Ora, tutti sappiamo che Barbara D’Urso incarna il Potere. In cima alla piramide degli ascolti Mediaset, in cima alle classifiche di gradimento dei telespettatori italici, Barbara D’Urso è forse la donna più potente d’Italia. Può decidere carriere, sorti e futuro di chiunque voglia far parte del mondo dello spettacolo. Simile a un’entità mefistofelica, la sua anima si deve essere incarnata scegliendo un corpo di cougar (desiderata anche da Rocco Siffredi) negli anni in cui dopo millenni, essere donna significa avere per la prima volta pari diritti e forse anche qualcosa in più rispetto all’essere uomo.
L’entità D’urso non ha bisogno di un sesso, ma di un corpo-veicolo per ottenere uno scopo. Credo che il suo fine ultimo sia una sorta di contagio psichico del D’Urso pensiero, una forma di potere abbastanza alta, che ci rimanda ad entità aliene, cieche, vibranti a frequenze per noi incomprensibili e tese a creare colonie di sudditi psichici.
Barbara si è imposta sull’Italia tutta con la sua cazzimma, non cercando mai di addolcirla ma rendendola strumento di fascino. È la paura il suo marchio di fabbrica, lo strumento con cui sottomette tutti. Con la Paura ha conquistato il Potere creando un’egemonia culturale di analfabeti funzionali di cui è la divinità base. Essi sono la sua legione, il suo strumento di controllo. Barbara ha stracciato Maria, ha stracciato chiunque. La sua corte è una risacca di leccapiedi della specie più bassa. Il prezzo che si paga per starci è la dignità. Pari a lei solo Signorini che gioca una partita a parte nel mondo gay, eternamente secondo nell’era della Donna.
Ora, nessuno si mette contro Barbara D’Urso. Nessuno. Tranne Sgarbi
Preferirebbero doversi battere con una forchetta in una gabbia per l’MMA che avere una discussione con lei. Questo i comuni mortali, i morti di fama, i tronisti e tutti i cazzoni dei reality.
Ma Sgarbi è Sgarbi. Sgarbi è l’unico che può urlarle in faccia di andare a fare in culo e di non aver fatto niente nella vita. Lei esce di testa, le tipe attorno a Sgarbone sono impietrite dal terrore, la conduttrice prova a cacciarlo ma lui la rimanda affanculo e in quanto ospite dice di non volersene andare. Preferirà rimanere in studio a smanettare come al solito col suo cellulare (usanza che pratica in tutti i collegamenti quando non ha la parola, fregandose amabilmente di qualsiasi regola di galateo) che accontentare la Dea Nera.
Questa piccola parabola ci ricorda il potere della volontà, la forza che si ha nel sentirsi nel giusto e di come la verità una volta sprigionata sia una luce che dirada la tenebra. Sgarbi è stato un monito per tutte le generazioni di omertosi mollicci mezzeseghe (uomini e donne) che non riescono a dire di no al capo per paura delle conseguenze, che non riescono ad affrontare il padre o i propri limiti. Sgarbi ha combattuto contro l’Idolo.
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