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Oro Blu, per riflettere sulle nostre scelte e ambizioni insieme a Bresh

2 Aprile 2022
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Oro Blu è il titolo del secondo album del rapper genovese Bresh, diretto da Shune e Dibla. Un sapiente uso delle parole che sa coinvolgere e travolgere, a tratti malinconico, a volte più leggero, Bresh trasporta in luoghi fisici e interiori, per fare pulizia dentro sé stessi alla ricerca di significato.

Questa è l’arte di Bresh che ci invita a rimettere insieme i pezzi della nostra vita, a tenere e avere cura dell’essenziale e a lasciar andare ciò che non serve e che magari, se qualcun altro trova, può portare con sé al posto nostro.

Dopo aver cantato a squarciagola Caffè e Angelina Jolie questa volta il cantante ha deciso di metterci in difficoltà, di farci riflettere sulle nostre scelte e ambizioni.

Ascolto l’album e mi faccio tante domande, dall’altro lato però qualche risposta la trovo.

Il punto di partenza di Bresh

“E poi cantava, cantava, cantava
Senza la fretta di andare su
Con la valigia in mezzo alla piazza
In mezzo alla gente, ma senza il tour”

In un modo di eroi Bresh dà voce all’umiltà.

Il punto di partenza è l’individuo, ma non nella sua astrazione creativa chiuso in una stanza, ma nella sua espressione più pura, aperta al pubblico. Indifferente se questo ascolti o meno, qui è il bisogno personale che emerge e prende voce.

Passo passo, partendo dal basso, ma con la volontà di arrivare alle persone, anche senza le migliori condizioni per farlo.

Il purpose personale

“Andrea è chiunque, chiunque ha un pensiero
Sempre individuale, simile o uguale, felice o grave
Uno provava a piacere un po’ a tutti, lo vidi male”

Il secondo elemento è il messaggio. Avere un pensiero, un ideale, uno scopo a qualunque età. In questo senso assume valore la domanda “cosa vuoi fare da grande?” come buona riflessione per capire in che direzione si vuole andare e trovare ciò che attiva e mobilita.

Ho incontrato una ragazza che stava scegliendo l’argomento per la sua tesi, portava con sé le sue passioni ma lasciava emergere la preoccupazione, l’ansia e la paura di non affrontare temi utili per la ricerca di un lavoro. La capisco. Ci vuole coraggio a dar voce a quel pensiero personale, a volte un po’ idealista. Tutto sta nel lasciarsi andare, perdere il controllo e lasciarsi guidare.

Spero che quella ragazza sia tra i vigneti di Asti a progettare la sua tesi mentre cerca di valorizzare il territorio, fregandosene se non viene ascoltata al primo tentativo, al secondo o al terzo, ma certa di seguire la sua passione e di avere qualcosa da condividere con un pubblico che prima o poi ascolterà.

La verità non passa inosservata.

Il percorso non lineare

“Uno svuotatasche mi farebbe comodo
Perché se sono ubriaco dalla vita il giorno dopo so chi sono
E forse ci lascio un citofono
Che se col tempo non riuscissi più a salire allora scenderò ad aprire”

Il terzo focus è il percorso, consapevole che si tratta di un susseguirsi di alti e bassi,  la salita a volte potrebbe essere ostica. Pensare al percorso personale come una gradinata per arrivare alla vetta un’immagine ormai utopistica, buona a trasmettere solo senso frustrazione, vista la ragionevole impossibilità di fare un percorso lineare.

Quando non sarai più in grado di salire, torna alle radici, apri la porta al confronto e rimettiti in viaggio. A volte ci si può perdere durante la strada, se la vita tira un brutto scherzo, torna alla terra per ritrovarti.

Quando puoi trovare Bresh in concerto?

Io troverò Bresh in concerto il 7 luglio a Cremona e voi millennial, cosa state aspettando? Qui trovate tutte le date del tour.

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