Marketing in musica: chi ha paura di Taylor Swift? Testo e significato di Who’s Afraid of a Little Old Me
Esegesi di un brano che esplora in modo sfumato e coinvolgente le complessità dell’identità, della resilienza e delle aspettative sociali dopo il Covid ( che ha contagiato tutto durante il concerto milanese)
Utilizzando la filosofia decostruttiva di Jacques Derrida, Swift sfida le concezioni convenzionali di sé e potere, riflettendo dialoghi culturali più ampi. Attraverso la ripetizione, la traccia e la testualità, la canzone critica l’interazione del pubblico con la celebrità e la costruzione della persona.
Il gotha di “Who’s that?” è pronto per l’attacco
Ma le mie mani nude hanno spianato i loro sentieri
Non puoi raccontarmi della tristezza
… Se mi volevi morta, avresti dovuto semplicemente dirlo
Niente mi fa sentire più viva
… Allora salto giù dalla forca e levito lungo la tua strada
Rovina la festa come un graffio di disco mentre urlo
“Chi ha paura della vecchia me”?
Tu dovresti essere
… Lo scandalo è stato contenuto
Il proiettile ha appena sfiorato
Mantieni il tuo buon nome a tutti i costi
Non puoi dirmi che ti senti male
… C’è da stupirsi che mi sia rotta? Sentiamo un’altra barzelletta
Allora potremmo ridere tutti fino a piangere
… Allora salto giù dalla forca e levito lungo la tua strada
Rovina la festa come un graffio di disco mentre urlo
“Chi ha paura della piccola vecchia me”?
Ero mansueta, ero gentile finché la vita del circo non mi ha reso cattiva
“Non preoccupatevi, gente, le abbiamo tolto tutti i denti”
Chi ha paura della piccola vecchia me?
Bene, dovresti esserlo
… Tu dovresti essere
(Dovresti essere) Dovresti essere
Dovresti essere (dovresti essere)
Dovresti essere (dovresti essere)
Tu dovresti essere
… Allora dimmi che non tutto riguarda me
Ma se fosse così?
Poi di’ che non l’hanno fatto per farmi del male
Ma se lo facessero?
… Voglio ringhiare e mostrarti quanto questo mi abbia turbato
Non resisteresti un’ora nel manicomio dove mi hanno cresciuto
Quindi tutti voi ragazzi potete intrufolarvi in casa mia con tutte le ragnatele
Sono sempre ubriaca delle mie lacrime, non è quello che dicevano tutti?
Che ti farò causa se cammini sul mio prato
Che sono spaventosa, sono infelice e ho torto
Metti narcotici in tutte le mie canzoni
Ed è per questo che continui a cantare
… Allora salto giù dalla forca e levito lungo la tua strada
Rovina la festa come un graffio di disco mentre urlo
Chi ha paura della piccola vecchia me?
Ero mansueta, ero gentile finché la vita del circo non mi ha reso cattiva
“Non preoccupatevi, gente, le abbiamo tolto tutti i denti”
Chi ha paura della piccola vecchia me?
Bene, dovresti esserlo
… Tu dovresti essere
(Dovresti essere) Dovresti essere
Perché mi hai attirato (dovresti farlo)
E mi hai fatto male (dovresti farlo)
E tu mi hai insegnato
… Mi hai messo in gabbia e poi mi hai chiamato pazza
Sono quella che sono perché mi hai addestrato
Allora chi ha paura di me?
Chi ha paura della piccola vecchia me?
Chi ha paura della piccola vecchia me?
Swift utilizza tecniche narrative frammentate per riflettere la sua identità poliedrica, sfidando le percezioni e rimodellando la sua narrazione. La dualità dell’auto-presentazione di Swift esplora la nozione di traccia di Derrida, evidenziando come l’identità sia plasmata da pressioni esterne. Il potere del linguaggio nel plasmare la realtà e la critica alla manipolazione comunicativa sono temi centrali della canzone.
L’immagine della forca come metafora di sfida e liberazione, la struttura narrativa che destabilizza le forme tradizionali di narrazione e la critica alla cultura delle celebrità contemporanee sono elementi che rendono il brano una riflessione profonda sull’identità e il potere. “Who’s Afraid of Little Old Me?” invita gli ascoltatori a considerare le complessità dell’identità pubblica e a adottare un approccio più empatico verso le figure pubbliche.