Corpi Fragili: un album alquanto rock degli Hotel Monroe mette il dito sulle piaghe dei millennial
Esce oggi 12 aprile Corpi fragili, il primo disco degli Hotel Monroe. Che, tra sogni frustrati e psico-debolezze esprime la ritmica di una generazione
Dopo l’uscita dei primi 2 singoli che hanno fatto da apripista a questo lavoro (L’ultima cosa che ed Ho visto l’amore cambiare colore) vede la luce questo progetto, grazie anche al crowdfounding messo in atto dalla band di Parma. Un lavoro di alta qualità per i contenuti dei testi ma anche per gli arrangiamenti.
«In quest’ultimo anno», raccontano i ragazzi «sono successe talmente tante cose che quasi facciamo fatica a rendercene conto e l’incontro con il nostro attuale produttore, Roberto Drovandi, è stato uno spartiacque perché grazie a lui abbiamo cambiato il nostro modo di lavorare, in studio e dal vivo. Un’esperienza incredibile è stata durante Sanremo, nel periodo del festival che ci ha fatto arrivare all’uscita del disco che rappresenta un evento incredibile per noi».
Corpi fragili è un disco che racchiude al suo interno un concept fresco e attuale, grazie a un utilizzo intelligente dell’elettronica, che però non disdegna arrangiamenti solidi (con una particolare attenzione anche alla musica suonata) e ai testi che, cosa da non sottovalutare, sono tutti in italiano.
L’album è composto da 7 tracce nella sua versione per i vari webstore mentre su cd è presente un ottavo brano, l’unico in lingua inglese, una bonus track pensata per sottolineare un impegno e una cura dei dettagli quasi maniacale e difficile da trovare nelle produzioni di oggi. A dimostrazione di come fare musica seriamente porti a realizzare dei prodotti di livello.
Registrato e Masterizzato da Roberto Barillari presso gli studi Cambusa Wave di Reggio Emilia.
tracklist:
1) L’ultima cosa che (feat Dank):
Da che parte stai? Cosa scegli?
Libertà! Una parola molto grande e utilizzata troppe volte con superficialità.
Siamo sicuri di saper riconoscere i confini della libertà? In ogni frangente di ogni giornata ci troviamo davanti a scelte. Possiamo restare fermi, si sa, il tempo non conosce soste. Oppure possiamo prendere in mano il nostro destino.
E se fosse la tua ultima occasione?
È tempo di agire per sfuggire ad un rimpianto che potrebbe essere inevitabile
2) Nuovi mondi:
La sensazione d’inadeguatezza, le frustrazioni, la rabbia, l’ipocrisia, la paura… Sono figlie di un’evoluzione socioculturale che offusca la vista, che ci priva della capacità di scegliere in libertà, che allontana i pensieri dalle cose vere, da quelle importanti e distrugge i rapporti umani. Della conseguente superficialità è specchio l’indifferenza verso le vittime di violenze, malattie, miseria e guerre. Ed ecco allora la ricerca di Nuovi Mondi. Ma il “mondo” che rischiano di trovare è finto, subdolo e chiassoso. Questo rumore artificiale e caotico pare aver ormai eclissato il nostro io.
«Ora lo so, chi siamo noi, dei sassi ma sogniamo il vento».
I Nuovi Mondi sono una speranza, e siamo noi che abbiamo l’obbligo di costruirli.
3) Ho visto l’amore cambiare colore:
Un amore che trasforma la vita, si colora di nuovo, di speranza e di futuro. Un amore dinamico che si radica nel tempo e si tinge di sogni. Un amore senza luogo. Un pezzo da ascoltare ad occhi chiusi, immaginando una danza sinuosa tra due farfalle che si muovono con leggerezza, ma a tratti con decisione.
4) Rebecca:
Un momento carico di sensualità, un’intimità bramata da tempo quasi irraggiungibile o vietata. L’emancipazione dei sensi. Ma all’improvviso tutto si dissolve, non resta che uno splendido dipinto su tela. L’immaginazione e l’arte ci trasportano in viaggi straordinari, nella notte essi prendono il nostro possesso. Al risveglio, tutto scompare e ritorna alla forma originale. I sogni sono solo illusioni? O forse restano illusioni perché in noi non c’è la perseveranza e il coraggio di realizzarli?
5) Rocking Rolling:
la hit di Scialpi, datata 1983, è stata riproposta in questo disco in una chiave molto particolare, ma che non va a snaturare il concept del disco originale e va, anzi, a ridare lustro ad un pezzo già molto particolare negli anni che uscì.
Una grande interpretazione che va ad incastrarsi perfettamente nel puzzle di questo album.
6) White fox:
Una furba e subdola sostanza ci sta parlando. È lei che si racconta e si mette a nudo, e ci mostra quanto le nostre debolezze possano spingerci a incontrarla per “evadere”.
Una mera verità, così come la perenne e incessante tensione dell’umano verso il vietato. L’attrazione peccaminosa è alla nostra origine del resto.
Una nuova prospettiva, un nuovo punto di vista per interrogarsi sui meccanismi che portano alle dipendenze che annullano la nostra libertà…
7) Corpi fragili:
Riconoscersi piccoli, fragili e impotenti davanti a grandi domande e contraddizioni che la vita bene o male ci pone ogni giorno, ha generato in noi una sorta di metamorfosi: dall’io al noi. A certe domande si può solo provare a rispondere assieme e certi muri si possono abbattere solo attraverso la musica. «Ma TU…VAI, VAI!».
8) Under the ash (bonus track solo su cd):
L’unico pezzo non in italiano e presente soltanto nella versione fisica dell’album.
Un mood molto agressivo e carico di energia perfettamente in linea con il film di cui è colonna sonora.
Gli Hotel Monroe sono:
- Roberto Mori: Voce/Percussioni
- Nicola Pellinghelli: Sintetizzatori/Programmazione/Chitarra/Cori
- Enrico Manini: Chitarra Elettrica/Chitarra Acustica
- Luca Sardella: Basso/Cori
- Marco Barili: Batteria
Download e streaming
Cd fisico
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