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Eric Clapton, la mano lenta di Dio

3 Settembre 2021
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Il più grande chitarrista di tutti i tempi?

Ci sono artisti e album che non invecchiano mai, anzi migliorano con gli anni come il buon vino: l’album di Eric Clapton, intitolato a sé stesso e uscito il 27 agosto 2021 con l’Anniversary Deluxe Edition, è uno di questi.

Come nello sport, media e fan amano sbizzarrirsi con le classifiche #GOAT, hastag e acronimo per Greatest Of All Time. I chitarristi non sfuggono a questa consuetudine: la rivista americana Rolling Stone se n’è occupata a più riprese; nel 2011 ha collocato Clapton al secondo posto dietro Jimi Hendrix e davanti a Jimmy Page, Keith Richard e Jeff Beck. Ogni chart di questo genere nasce per non mettere d’accordo nessuno e soprattutto per far discutere: nel caso specifico, ad esempio, il 20esimo posto di Carlos Santana grida abbastanza vendetta.

Anniversary Deluxe Edition di Eric Clapton

Al netto di tutto ciò, è di sicuro fuori discussione che quando si cita Eric Clapton si parla di uno dei più grandi chitarristi di sempre;  se ne accorsero subito a Londra, per la precisione nel 1966, quando nella metropolitana londinese apparve la scritta “Clapton Is God”, scritta che l’avrebbe accompagnato per tutta la sua carriera insieme al suo noto soprannome slowhand, mano lenta. Noto ai più per il suo brano “Cocaine” del 1977, venerdì 27 agosto 2021 Clapton è tornato sugli scaffali dei negozi di dischi – fisici e virtuali – con l’Anniversary Deluxe Edition del suo omonimo album del 1970.

Il suo primo album da solista

Un album in edizione speciale, disponibile sia in digitale sia come box set (4CD e LP) del primo album da solista di Clapton, capace nella sua carriera di suonare brillantissimamente nei supergruppi quali Yardbirds e Cream, ma anche di spadroneggiare come un uomo solo sul palco. Forte e fortunato allo stesso tempo a essere sopravvissuto agli abusi di alcool e droghe, determinato il giusto nel tornare protagonista dagli anni ottanta in avanti dopo un periodo che definire oscuro non può che sembrare generoso.

La sua vera qualità, che lo ha reso un fuoriclasse senza se e senza ma? La capacità di dominare e possedere ogni genere musicale con estrema naturalezza, dal rock al blues a persino il reggae. La sua versione di “I Shot The Sheriff” di Bob Marley vale più di ogni parola al riguardo.

Niente green pass ai suoi concerti? 

Di recente ha fatto molto discutere la sua presa di posizione in materiale di green pass: Clapton ha infatti dichiarato che non suonerà in location dove sarà obbligatorio esibirlo: in Italia lo attendono tre date a maggio dell’anno prossimo, ci sarà tempo per capire se potranno svolgersi o meno, così come in questi giorni non sono mancate sacrosante perplessità sulla sua nuova canzone etichettata come un vero e proprio inno “No Vax”.

Nel frattempo l’iconico Brian May dei Queen lo ha bacchettato con il consueto aplomb anglosassone («lo amo e non smetterò mai di rispettarlo, anche se su tantissime cose siamo in totale disaccordo»); aplomb totalmente sconosciuto a J-Ax, che si è esposto con un video nel quale lo paragonava a Salvini e faceva facili battute sulla cocaine non ancora scesa. Di sicuro Clapton avrà modo di riflettere sulle parole di Brian May; se mai gli avranno riferito di J-Ax, al massimo si sarà domandato a che titolo si sia occupato di lui uno con il nome che sembra quello di un detersivo. 

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