Gianni Pettenati e la canzone Bandiera Gialla
Gianni Pettenati è deceduto il 22 febbraio 2025 dopo una lunga malattia. Avrebbe compiuto 80 anni ad ottobre. La sua canzone “Bandiera Gialla” è stata molto di più di un inno generazionale
Da una cover all’altra
Cantante e critico musicale, originario di Piacenza, Gianni Pettenati ebbe una più che solida formazione accademica, arrivando a recitare in teatro le opere di Pirandello. A 20 anni vinse il festival musicale di Bellaria – dove nel frattempo cresceva una certa Raffaella Carrà – nel 1966 incise il suo primo disco a 45 giri, una cover di “Like A Rolling Stone” di Bob Dylan. Negli anni sessanta era prassi incidere versioni italiane dei grandi successi mondiali, l’inglese non è mai stata una lingua molto praticata nel nostro paese. Non lo è adesso, figuriamoci negli anni sessanta. Sempre nel 1966 Pettenati incise “Bandiera Gialla”, cover di “Thie Pied Piper” del cantante inglese Crispian St. Peters. Sempre nello stesso anno anche Patty Pravo ne fece una cover, come lato B del singolo “Ragazzo Triste”. Per dire il livello, per dire bei tempi. Davvero.
Un inno generazionale
Sono rarissimi i casi delle cover che hanno superato il successo degli originali. “Bandiera Gialla”, incisa da Gianni Pettenati sempre nel 1966, rientra appieno in questa casistica. Il suo merito fu quello che si è soliti descrivere come “zeitgeist”, ergo lo spirito del tempo: i giovani di allora erano nati durante la Seconda Guerra Mondiale o subito dopo, iniziava il boom economico, al cinema le commedie all’italiana spopolavano, c’era voglia di leggerezza, c’era voglia di andare a ballare ed il beat – italiano e straniero – stava iniziando a farla da padrone.
In radio, in discoteca, ovunque
“Bandiera Gialla” era il termine che si utilizzava in radio per segnalare i dischi da ballare: il successo della cover di Pettenati fu clamoroso e andò ben oltre un titolo azzeccato ed un testo ed una melodia molto efficaci. “Bandiera Gialla” fu il titolo del memorabile programma radiofonico di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, trasmesso dalla Rai dal 1965 al 1970; nel 1983 divenne il nome di una discoteca sui colli di Covignano a Rimini, poi chiusa e riaperta a più riprese dopo aver rappresentato al meglio la voglia di ballare e divertirsi senza troppi pensieri e senza sentirsi demonizzare chi non ama – eufemismo – le discoteche, soprattutto se si è passati l’età dell’innocenza. Tutto questo perché “quelli che non ci voglion bene / è perché non si ricordano / di esser stati ragazzi giovani / e di aver avuto già la nostra età”. Gianni Pettenati aveva davvero capito tutto. Più di tanti moralisti e sociologi un tanto al chilo.
Il video di “Bandiera Gialla”
Il testo di “Bandiera Gialla”
Sì, questa sera è festa grande
Noi scendiamo in pista subito E se vuoi divertirti vieni qua Ti terremo fra di noi e balleraiFinché vedrai
Sventolar bandiera gialla Tu saprai che qui si balla Ed il tempo voleràSaprai
Quando c’è bandiera gialla Che la gioventù è bella E il tuo cuore batteràSai, quelli che non ci voglion bene
È perché non si ricordano Di esser stati ragazzi giovani E di aver avuto già la nostra etàFinché vedrai
Sventolar bandiera gialla Tu saprai che qui si balla Ed il tempo voleràSaprai
Quando c’è bandiera gialla Che la gioventù è bella E il tuo cuore batteràFinché vedrai
Sventolar bandiera gialla Tu saprai che qui si balla Ed il tempo voleràSaprai
Quando c’è bandiera gialla Che la gioventù è bella E il tuo cuore batteràSiamo noi
Siamo noi Bandiera gialla Vieni qui Che qui si balla E il tuo cuore batteràSiamo noi
Siamo noi Bandiera gialla Vieni qui Che qui si balla E il tuo cuore batteràPagina Wikipedia gianni pettenati