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Goodbye Pork Pie Hat: Amalia Gré con il suo jazz rivisita Mingus

3 Novembre 2020
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Il suo look è travolgente, le sue movenze sono sinuose più che mai. Lei è una presenza silenziosa, ma prepotente in quel locale e tutti gli occhi sono per lei che, quasi in maniera felina, si aggira rendendo più intrigante che mai l’atmosfera.

Sensuale, intenso e carico di contenuti di livello assoluto. Con Goodbye Pork Pie Hat, singolo di Amalia Gré, il godimento musicale è servito. Semplicemente spaziale. Non ci sono altri aggettivi con cui identificare una performance di questo genere.

Un drumming particolarissimo, suonato quasi in punta di piedi, ma altrettanto potente e raffinato, fa da supporto ad una linea di basso che definire spettacolare è poco perché in tutti i 3 minuti del brano regala fraseggi e tocchi assolutamente sopraffini regalando una profondità assoluta all’atmosfera rivelandosi il vero alter ego alla linea di cantato.

Riff di chitarra elettrica, pampottati sul left, fanno da accompagnamento in tutta la canzone, in maniera quasi ossessiva, con riff sempre in linea con l’arrangiamento mentre un’incursione quasi piratesca di pianoforte tinteggia l’inciso centrale.

Sensuale, avvolgente e con grande capacità interpretativa. Questa è Amalia la quale ci regala una performance davvero particolare e di qualità e se questo era l’antipasto che anticipa il disco… beh, che dire? Da gustare in cuffia senza soluzione di continuità.

La storia di Goodbye Pork Pie Hat

Il singolo è una rivisitazione del classico jazz di Charles Mingus reso celebre da Joni Mitchell, che ne ha scritto il testo. Il brano è in una speciale versione radio-edit, con un’intro sensuale ed elegante, diversa da quella presente all’interno del disco.

«“Goodbye Pork Pie Hat” è il brano che una splendida sera d’estate ho ascoltato a San Francesco al Prato a Perugia suonato dall’orchestra di Gil Evans, e che mi ha fatto decidere che sarei diventata una cantante di jazz. È – racconta Amalia Gré – lo standard americano con cui ho cominciato il mio percorso musicale».

Leggi la storia di Amalia

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