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Jovanotti e il Jova Beach Party, la verità che nessuno ha il coraggio di dirgli

8 Luglio 2019
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Come fa Jovanotti a non essere mai preso male? Glielo chiesi anni fa quando lo intervistai in un incontro per cui mi ero preparato a fondo studiando i testi del suo album. Finalmente avevo trovato delle frasi oscure, forse tristi, cupe nelle sue canzoni e mi avevano impressionato. Ci sentivo tanti dubbi, per la prima volta, e questo lo rendeva ai miei occhi più veritiero. Volevo portarlo su quel versante del discorso per capire un po’ di più dell’uomo.

Jovanotti è preso eternamente bene

Lui mi fece un sorriso trasversale e mi spiazzò: «Le metto quelle frasi ma spero sempre che nessuno se ne accorga». Il suo ufficio stampa: la temuta Gaberščik si alzò in piedi per intervenire. L’attimo di tensione svanì e lui sviò con maestria. Ci sono delle cose, di cui capii non avrebbe mai parlato.

Jovanotti è un musicista icona da quando ha debuttato. Da ‘È qui la festa’ a ‘L’ombelico del mondo’, ha sempre e solo accresciuto la sua aura di comunicatore. Il messaggio è forte e cristallino e in tanti lo accolgono a braccia aperte, perché oggi più che mai c’è bisogno di chi ti tiri su. Quindi Jova preso eternamente bene, con la ragazza magica, che è il più grande spettacolo dopo il big bang e tutte quelle robe lì che non può non celebrar la vita, oh vita. Al suo pubblico piace da morire e il successo di questo tour è solo l’ennesima conferma.

Contrappasso. Questo mood ai suoi detrattori dà ai nervi e lo trasforma in una soglia di bersaglio umano stile Giovanni Allevi, che ha quell’allegria naif che un po’ ti indispettisce, ti fa venir voglia di bullizzarlo, perché sembra costruita.

Il fatto è che Jova è una figura ponte tra i cantanti del ‘900 e quelli degli anni Zero, è forse quello che più di tutti ha capito l’importanza di non cantare e basta, ma di saper fare marketing che è un concetto che solitamente gli artisti odiano. E sbagliano. Lo diceva Umberto Eco: i classici non sono libri migliori degli altri, sono quelli che hanno avuto più successo. Così si diventa un classico.

Dagli emozioni e loro ti seguiranno: il Jova Beach Party

Il pubblico si annoia troppo in fretta, il pubblico non sa di cosa ha bisogno fino a che non glielo dici tu (questo lo diceva Steve Jobs). Dagli emozioni, dagli situazioni e loro ti seguiranno. Così la musica va in secondo piano e conta solo l’evento. Per un selfie, per una storia su IG, per una serata a ballare con gli amici senza cazzi e pensieri. Se devi smaltire tutto il tuo stress, cosa c’è di meglio di un concerto in spiaggia? Il Jova Beach Party è la giornata dei presi bene a ballare sotto al sole, dei matrimoni celebrati sul palco (i matrimoni! sul palco! celebrati da Lorenzo!), l’atmosfera da festival con una caterva di ospiti che si alternano e il mood infradito & mojito che rende tutti allegri.

Adesso possiamo dire una cosa scomoda? Il Jova Beach è il punto d’arrivo di tutta l’estetica di Lorenzo da quando è partito a oggi, passando per le sue evoluzioni hippy chic, per il suo impegno green da fan del Dalai Lama come molti colleghi impegnati d’oltreoceano, per i look strafighi. E poi colori, contaminazioni, stili musicali che si mescolano. Ma troppo. È tutto troppo. Il sound è una poltiglia indigesta di generi musicali, i testi dei pezzi, ormai scoccia dirlo, ma paiono usciti dai pensieri di un tredicenne. Per chi lo ascolta da decenni non è altro che un remix molesto di Manu Chao, Jova stesso in vari periodi di Jova, roba funky quando il funky andava di moda e ultimamente sparate latine di cui faresti a meno. Ma va bene così, è la vibe che crea l’importante.

Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti è un grande musicista dei nostri tempi. Su questo non ci piove lo dicono i numeri, le vendite, i record. Però l’artista è un altra roba. L’artista è qualcuno che riesce pure a aprire dei canali comunicativi più profondi, che dà al mondo anche nuove prospettive. Che ti instilla qualche dubbio, che ti porta a ragionare. Uno che parla in ogni singola canzone della sua storia d’amore come la più bella del mondo, che ti dà? E dopo trent’anni di Jova che saltella, balla, fa le rime, sarebbe l’ora di vedere l’uomo maturo al di là della facciata. Perché c’è, di sicuro c’è, ma fino a ora Lorenzo ha vissuto solo e soltanto la sua comfort zone.

Foto condivise sui canali social di Jova

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