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Laurent Garnier: un documentario celebra la leggenda del dj dei dj

13 Dicembre 2021
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I dj sono le rockstar del terzo millennio? Merito di chi ha indicato la strada come il dj e producer francese Laurent Garnier, che viene raccontato in un documentario  in tutti i cinema italiani da lunedì 10 a mercoledì 12 gennaio 2022.

Abbiamo già avuto modo di raccontare il ruolo dei dj, cresciuti in termini di prestigio e audience negli ultimi lustri come poche altre categorie artistiche: è stato un lungo percorso, dal ruolo impiegatizio di mero riempipista mettendo dischi di proprietà del locale dove lavorava, a personaggio in grado di scalare le classifiche di Forbes con fatturati milionari. Tutto questo nasce in piena epoca millennial, quando si formarono i generi musicali house e techno: Laurent Garnier c’era e fu tra i primi a dare un contributo fondamentale nel creare un movimento che neanche il più visionario fan della musica elettronica avrebbe potuto sognare.

Off The Record

Nel docufilm “Off The Record” Garnier si racconta senza filtri, dagli esordi nella sua cameretta cercando di mettere a tempo quei pochi dischi che poteva permettersi di comprare, alle prime serate nella natia Francia e soprattutto in Gran Bretagna, dove iniziò a costruire i primi tasselli della sua leggenda diventando resident dell’Haçienda di Manchester, locale decisivo per le sorti del clubbing negli anni ottanta quanto seppe esserlo lo Studio 54 di New York nel decennio precedente.

Tanti i contributi di altri dj che sanno definire con poche ma sentite parole il carisma di Garnier: Jeff Mills, Carl Cox, Peggy Gou e Derrick May, per arrivare addirittura all’ex ministro della cultura francese Jack Lang, da sempre in prima linea nel dare ai dj quello che loro spetta non soltanto in un mero contesto di divertissement.

Il messaggio di Garnier

Chi scrive ha visto suonare Garnier per la prima volta a inizio anni novanta al Peter Pan di Riccione: un set di ore e ore utilizzando dischi in vinile e tre piatti. Per descriverne l’impatto, facile rifugiarsi in quello che Derrick May disse per descrivere la techno: «George Clinton e i Kraftwerk chiusi insieme in ascensore». Un effetto straniante, avvolgente, di quelli che non si dimenticano: per arrivarci servono una combinazione di fattori quali talento, passione, dedizione e soprattutto tanto, tanto lavoro.

Un vero dj ascolta musica per ore e ore, di ogni genere: classica, rock, pop e ovviamente elettronica, non necessariamente in quest’ordine. Fare il dj non è mettere in sequenza una traccia dietro l’altra, ma saper dare al pubblico in pista quello che non sanno ancora di volere. Con “Off The Record” Laurent Garnier ce lo ricorda molto bene.

L’elenco completo dei cinema che proiettano il docufilm di Garnier in questo link.

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