Oltre al pop e all’underground c’è un terzo filone musicale, che lega i Millennial alle generazioni precedenti. Parliamo delle canzoni di provincia: quelle che anche se non ci piacciono (o che magari schifiamo proprio), quando partono in auto con gli amici su una superstrada sperduta di notte tutti iniziamo a cantarle. Sempre e comunque. Ecco le canzoni più belle del mondo della provincia italiana.
Ho subito passivamente per anni molte di queste canzoni. Non importa se frequentassi persone più di destra o persone più di sinistra, per non dire proprio fascisti e comunisti, c’erano delle canzoni che inevitabilmente ritornavano nelle nostre vite. Forse, in realtà, non sono le canzoni più belle del mondo, ma sono le nostre canzoni. Ci sono dei pezzi che chiunque è cresciuto in provincia conosce, aldilà delle playlist di Spotify.
Ho deciso così, ahimè soprassedendo sui miei gusti personali, di ricercare quei pezzi musicali da molti definiti “ignoranti”, da altri non considerati come “musica” e dai più delle “genialate” capaci, anche se la scienza non sa come e perché, di emozionarci.
Ho ovviamente escluso i pezzi degli Eiffel 65 giusto per non essere troppo scontati.
Lunapop – 50 Special
Un grande classico, qualsiasi adolescente che abbia mai avuto una vespa o un motorino la conosce tutta a memoria. Il classico per un millenial adolescente è scappare per i campi via dalla provincia.
“l’estate che avanza, dammi una Vespa e ti porto in vacanza!”
Prozac+ – Acida
Anche in questo pezzo si parla di viaggiare, andarsene anche solo temporaneamente dalla provincia. Dei prozac+ sarebbero anche da lodare le doti musicali ma non siamo qui per questo.
“che viaggio strano, quando tornerò poi lo rifarò.”
Baustelle – La guerra è finita
“vivere non è possibile”
Alice – Per elisa
Scritta dal maestro Franco Battiato, sensibilità e classe.
“vivere vivere vivere non è più vivere.”
Mannarino – Mary Lou
Questo pezzo esplose nel periodo hipster, forse merito dei baffi del cantante. Di certo ogni sera c’era qualcuno che esordiva con “la donna del porto” e via tutti a cantare e ballare, sì perché se c’è qualcosa che resta ai Millennial è ancora la voglia di ballare.
“Mary Lou, tutti i marinai gridano: -I love you-.”
Se volete ballare con qualcosa di più classico c’è Vinicio Capossela con “Il Ballo di San Vito”.
Timoria – Sole spento
Un fattore che accomuna tutte le tracce di questa lista: non sono scontate e non si parla mai di una storia d’amore andata a male. A quanto pare la musica italiana può parlare di molte più cose di quelle che crediamo.
“Stanco di sentir dire “non ho tempo”, come in un sole in cui sentire freddo.”
Luca Carboni – Silvia lo sai
“A salvarci erano invece certe canzoni.”
Sud Sound System – Le radici ca tieni
Si può ballare con canzoni che parlano davvero di tutto, il dialetto italiano per fortuna ci aiuta.
“Se nu te scierri mai delle radici ca tieni, rispetti pure quindi della paisi lontani.”
Bluvertigo – La crisi
Se guardando il video dite “ma quello è Morgan, quello di XFactor” allora non siete dei Millennial di provincia.
“molto spesso una crisi è tutt’altro che folle, è un eccesso di lucidità”
Piotta – Super cafone
Cafone, etimologia: la teoria che oggi riscuote maggior credito è che “cafone” provenga dal greco “kakofonòs”: individuo dalla parlata cacofonica, sgradevole all’orecchio di chi vive in città, perché dialettale, e quindi rozza. La sgradevolezza linguistica del cafone, all’inizio riferita solo all’accento, si è poi estesa a quello che dice, e a quello che fa.
“I capisaldi: la femmina, il denaro e la mortazza.”
Fabrizio Moro – Libero
Il pezzo più recente tra tutti quelli della lista. Se con la vostra vespa siete andati fuori città fino ad arrampicarvi ad avere la vallata davanti a voi allora magari avrete voglia di gridare.
“avrei saputo io cosa fare negli anni 60.”
Elio e le Storie Tese – Shpalman
“Un tamarro dietro l’angolo voleva inculcarmi la vespa.”
Brusco – L’erba della giovinezza
Chiudiamo la lista delle canzoni più belle del mondo della provincia italiana con un classico. Per i Millennial che cercano disperatamente di non invecchiare.
“passami lo spliff che mi sento peter pan.”
Una menzione speciale va a tutta la discografia degli Squallor.
Ascolta la playlist su Spotify: