Mistero Liberato: il nove maggio è vicino. Abbiamo davvero voglia di vederlo in faccia?

7 Maggio 2018
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Appuntamento di Liberato sul lungomare. C’è chi spera di vedere l’identità segreta finalmente svelata, chi non azzarda ipotesi ma intanto prende già i biglietti del pullman

«Napoli è spinta vitale, capiamolo!». Così un utente su YouTube, in commento a un video amatoriale dell’esibizione di Liberato al Mi Ami Fest 2017, la prima delle due uniche live da quando è uscito il singolo di lancio, Nove Maggio. Non si tratta di performance usuali, come niente sembra essere ordinario in questa vicenda. Al festival milanese, infatti, sono stati Calcutta, IZI, Priestess e Dj Shablo a fare le veci del cantante. Sul palco torinese del Club To Club, a novembre, invece si sono presentate tre persone incappucciate e col volto coperto. Stesso outfit con cui il cantante appare nei video ufficiali. Un progetto che sembra essere stato studiato nei minimi dettagli e che continua, da ormai un anno e mezzo, a stupire e far parlare di sé.

Liberato arriva sulla scena del pop elettronico mainstream italiano come un fulmine a ciel sereno e porta una ventata di freschezza sotto ogni punto di vista. Niente talent show o precedente carriera da youtuber: in un’epoca in cui l’immagine e la
visibilità sui social segnano il successo in ogni campo artistico e la linea di divisione tra i mestieri di fashion infuencer e cantante si fa sempre più sottile, Liberato scommette sulla sua musica e mantiene l’anonimato. Anche la scelta linguistica è un azzardo, specialmente se si pensa a come oggi giorno il napoletano nella musica sia automaticamente accostato al neomelodico stile Gigi d’Alessio o al trash
amatoriale che di tanto intanto invade le home dei vari social. Invece anche questa carta è giocata tanto bene da rivelarsi vincente per Liberato e le fluide sonorità napoletane, unite alle sporadiche e mirate espressioni inglesi, accompagnano alla perfezione un beat che trasporta e fa venir voglia di ballare.

Liberato e la sfida di Napoli al Nord

Comunque fa un certo effetto sentire centinaia di ragazzi provenienti da tutt’Italia intonare un ritornello in napoletano. Perché per i ragazzi del sud è una vera abitudine dire che il nord è più avanti e per i giovani italiani in generale è la scena estera ad essere la migliore. Questo è certamente vero sotto tanti aspetti, ma si rivela una gigante cazzatona se si parla di arte e cultura.

dal sito unotre.com

Altra nota degna di merito sono i videoclip che fino ad ora hanno accompagnato i singoli di Liberato come parte integrante del suo progetto. Sotto la regia di Francesco Lettieri, napoletano e millennial doc classe 1985, raccontano di una Napoli semplice e vera, che si mostra di una bellezza disarmante. Anche nella sua quotidianità, con i volti, le voci e i rumori, con la luce calda del mattino che si riflette sulle lenzuola stese nei vicoli. Con il mare scuro che si fa testimone di una notte d’amore. «Nei video non c’è degrado, non ci sono le Vele. C’è una Napoli abbandonata a se stessa ma in maniera poetica e mai violenta. I ragazzi di Liberato non hanno le pistole, non ammazzano, sono semplicemente adolescenti», dice Lettieri stesso in un’intervista.

Adolescenze liberate da Liberato e dalle Vele

Proprio la fine di un amore adolescenziale sembra essere il fulcro di quello che sta prendendo sempre più le forme di un concept album. Il 2 e il 3 maggio sono infatti usciti due nuovi brani di Liberato, Intostreet e Je te voglio bene assaje, i cui video mostrano la stessa storia, ma da due punti di vista diversi, quelli dei due ragazzi già protagonisti del video di T’e scurdat’ ‘e me, secondo brano pubblicato da Liberato, il 9 maggio dell’anno scorso. Così il puzzle sembra comporsi in modo più chiaro e anche Gaiola portafortuna e Me staje appennenn’ amo, i cui video parevano aver segnato un distacco netto, possono essere riletti nella chiave giusta dando maggior peso al testo, il quale dà voce alla testa e al cuore dello scugnizzo abbandonato, o meglio lassato, sfunnato e sciarmato.

Nessuna pretesa, dunque, di raccontare grandi amori e sentimenti costruiti, nessun affannoso tentativo di giustificare l’esistenza dei brani con un’artificiosa retorica. Solo la narrazione di una storia adolescenziale che finisce, in tutta la sua genuinità, con il trasporto e la confusione che c’è da aspettarsi. Da subito la data del 9 maggio, titolo del primo singolo e giorno di uscita del secondo, si era imposta come filo conduttore del progetto Liberato e i brani appena usciti ci mostrano finalmente il perché: è il giorno in cui i due ex innamorati, dopo aver furtivamente passato insieme la notte a cavallo tra il 2 e il 3 maggio, si incontrano per strada mentre sono con i rispettivi nuovi partner. Ma non è abbastanza, perché il 4 maggio scorso su Facebook e Instagram Liberato ha pubblicato un’immagine con sei parole scritte in bianco, a caratteri grossi, su di uno sfondo nero: NOVE MAGGIO NAPOLI LUNGOMARE TRAMONTO GRATIS. Ancora questa data, ancora un mistero, ancora curiosità e attesa, ancora tanta semplicità e, per molti, la certezza che ci sia da aspettarsi qualcosa di bello.

C’è chi spera di vedere l’identità segreta finalmente svelata, chi non azzarda ipotesi ma intanto prende già i biglietti del pullman, c’è anche chi ipotizza che non si tratti di un concerto e si possa rivelare un invito a godersi in compagnia un tramonto sul mare. E sinceramente, se quest’ultima opzione dovesse scoprirsi corretta, non ci sarebbe da stupirsi, perché sino ad ora Liberato ha dimostrato di essere proprio questo:
freschezza e passione per l’arte, un’arte che si può ritrovare in una canzone così come in un tramonto.

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