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NFT e la musica. Nuovo business o ennesima bolla?

11 Aprile 2021
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Gli NFT sono una nuova frontiera per il business artistico o l’ennesima bolla speculativa?

Da giorni gli NFT tengono banco in ogni discussione in presenza e in remoto, tra millennial e non millennial. I Not Fungible Token sono più sempre trend topic sui social, così come si moltiplicano le opportunità per artisti e manager in cerca di nuove entrate e che coniughino il principio “minima spesa massima resa”. Le catene di Sant’Antonio, Tom Ponzi e Maddoff sono vivi e lottano insieme a noi?

Cosa sono gli NFT?

Di che cosa si tratta – i Not Fungible Token sono certificati di autenticità e proprietà digitale, che grazie ai blockchain diventano unici e per questo non fungibili: un sistema funzionale a rendere le opere d’arte uniche, non replicabili e quindi in grado di raggiungere valori impensabili nelle aste di Christie’s e Sotheby’s.

Con gli NFT si mettono in palio opere digitali, gif animate, persino contenuti video con protagonisti i cestiti della NBA, Lega professionistica quest’ultima sempre in primissima linea quando c’è da fiutare un business.

NFT, il caso di Beeple “Everyday: The First 5000 Days” 

Alcuni esempi. Citavamo Christie’s: proprio sul suo sito lo scorso 11 marzo l’opera digitale del grafico ed illustratore Beeple “Everyday: The First 5000 Days” è stata venduta alla modica cifra di 69,3 milioni di dollari, diventando così la terza opera più costosa vivente venduta all’asta. Si era partiti da una base d’asta di 100 dollari. E non si pensi sia un caso limite o tantomeno isolato: ci sono almeno una ventina di artisti in grado di generare fatturati milionari, come riportato dal sito Gothamag.

Tutto si muove alla velocità della luce, con i marketplace che si moltiplicano sempre di più: SuperRare è una tra le più gettonate: trattiene il 15% sulle vendite nel mercato primario e il 10% di quelle nel mercato secondario. Lo scorso anno ha dichiarato di aver fatto incassare agli artisti 1 milione e 300mila dollari e 430mila ai collezionisti, coinvolgendo un’utenza di 178 nazioni diverse. Stime parziali ma comunque indicative, al punto che nei giorni scorsi singoli fondi di investimento sono entrati in SuperRare con botte da 9 milioni di dollari l’una.

La musica elettronica e gli NFT

Musica elettronica. Molti dj e produttori si sono buttati su questo business prima di tanti altri artisti: Deadmau5, Steve Aoki, Aphex Twin e Richie Hawtin sono stati tra i primi a proporre musica o comunque proprie opere sotto forma di NFT, le cui quotazioni sono immediatamente lievitate alle stelle.

Ancora meglio ha saputo fare il dj e producer olandese Don Diablo, con ‘Destination Hexagonia’, il primo concerto della storia reso disponibile via NFT; 60 minuti che combinano elementi Sci-Fi con il 3D, e che è stato appena messo all’asta (sempre su SuperRare). A questo appuntamento Don Diablo è arrivato decisamente preparato: il suo debutto nell’universo NFT è avvenuto con l’opera olografica GΞNΞSIS, venduta per “110 Ξ”, ovvero 110 Ethereum, 200mila dollari circa. Una delle quotazioni più alte mai raggiunte da un artista al debutto in questa piattaforma.

Quale sarà il futuro degli NFT?

Bolla o non bolla? Il mondo dell’arte e della musica è un mondo astratto e volatile per definizione. Quello che funziona adesso tra pochi secondi potrebbe risultare obsoleto o superato da una traccia o da una grafica migliore, un’idea capace di valere milioni in un attimo può bruciarsi portando a fondo con sé investitori e speculatori, che pensano di giocare in borsa come se ci si trovasse all’interno di un videogioco.

Passata la fase euforica, il mercato saprà livellarsi e per una case history da studiare ad Harvard ci saranno tantissimi disperati in coda ai servizi sociali, piuttosto che la cosiddetta fascia intermedia che magari saprà ricavare grazie agli NFT una dignitosa fonte di reddito.

Sarà un caso che il simbolo degli Ethereum sia una piramide? Chi sta al vertice guadagna, per gli altri i margini si assottigliano, anche perché per essere presenti in queste piattaforme i costi – sia strutturali che promozionali – non sono esigui. Toccherà ad esperti, analisti e tuttologi del web spiegarci tutto quanto. Come sempre a posteriori.  

 

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