L’inesorabile decadimento dei tormentoni estivi
Da Gino Paoli a Fedez, Orietta Berti e Achille Lauro. Dagli anni sessanta ai giorni nostri il decadimento dei tormentoni estivi è stato inesorabile
Dall’epoca del boom economico, il tormentone accompagna inesorabilmente gli italiani ogni estate, come purtroppo dagli anni ottanta non esistono vacanze natalizie senza il cinepanettone. Senza fare troppo gli snob, è lecito chiedersi che cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto ciò.
I tormentoni estivi interpretano il famigerato zeitgeist?
Forse ogni epoca ha le canzoni e gli interpreti che si merita? Anche i tormentoni interpretano al loro modo il famigerato zeitgeist? Speriamo soltanto che i posteri non compiano quell’ingiustificata opera di rivalutazione di certi obbrobri sonori con lo stesso spirito revisionista con il quale hanno riqualificato certe commediacce cinematografiche italiane degli anni settanta e ottanta. Va benissimo applaudire le sempre impeccabili operazioni di marketing di Fedez, molto meno abile quando si atteggia a tribuno della plebe, va assai meno bene invece se ci si deve attenere ad una valutazione strettamente musicale delle sue canzoni.
I tormentoni anni ’60: Sapore di Sale di Gino Paoli
Eppure non è sempre stato così: negli anni sessanta i tormentoni sapevano essere leggeri e impegnati allo stesso tempo, vere e proprie colonne sonore di estati accompagnate dalle commedie in bianco e nero e dai cosiddetti musicarelli, questi ultimi appartenenti a un autentico sottogenere cinematografico, caratterizzato dalla presenza di un cantante di fama e del suo nuovo album, intorno ai quali far ruotare l’intera trama della pellicola, se di trama si può parlare.
Difficile scegliere una canzone feticcio di quell’epoca, ma giusto schierarsi senza se e senza ma: la nostra scelta cade su “Sapore di sale” di Gino Paoli del 1963, con l’arrangiamento a cura di Ennio Morricone. Non serve aggiungere altro.
Pazza idea di Patty Pravo negli anni ’70
Proseguendo nella nostra carrellata, negli anni settanta il tormentone ideale è “Pazza idea” di Patty Pravo (1973), un riuscitissimo mix di melodia e trasgressione, canzone perfetta per un decennio dove ci si voleva ribellare a tutto e a tutti, con i tutti i giovani pronti a dichiararsi incendiari, ma altrettanto pronti alla prima occasione a tramutarsi in pompieri.
Un’estate al mare di Giuni Russo negli anni ’80
Negli anni ottanta spadroneggiò il cosiddetto edonismo reganiano, strepitosa definizione di Roberto D’Agostino all’epoca dello show televisivo “Quelli della notte” di Renzo Arbore: disimpegno ai massimi livelli ma tante canzoni che ancora meritano di essere ricordate. Su tutte “Un’estate al mare” di Giuni Russo (1982), brano scritto da Franco Battiato e interpretato al meglio dalla compianta cantante palermitana.
Il tormentone dei ’90: Un’estate italiana
Anni novanta? Impossibile non scegliere per questo decennio “Un’estate italiana”, le notti magiche scritte da Giorgio Moroder e cantate da Gianni Nannini ed Edoardo Bennato per i Campionati del Mondo di calcio del 1990, una canzone tornata di moda questa estate, autentica colonna sonora della cavalcata della nazionale italiana capace di vincere gli Europei per la seconda volta nella sua storia.
Meglio fermarsi qua, prima di essere costretti ad occuparci di “Amore e Capoeira” o peggio ancora sconfinare all’estero per “Gasolina” o “Despacito”.
Onda su onda – Storie e canzoni nell’estate degli italiani
Per sapere davvero di tutto e di più sui tormentoni estivi italiani, passiamo molto volentieri il testimone a “Onda su onda – Storie e canzoni nell’estate degli italiani (Zolfo Editore), il nuovo libro del giornalista e critico musicale Enzo Gentile, capace di raccontare 60 anni di musica e costume italiani attraverso più di 500 canzoni. Un lavoro certosino, davvero ben fatto, da leggere ascoltando la playlist su Spotify realizzata dallo stesso Gentile. A ciascuno il suo tormentone.
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