Il 26 maggio del 1997 usciva Paranoid Android dei Radiohead e la vita dei primi Millennial cambiava per sempre. La loro estetica cambiava. I loro gusti musicali cambiavano. Il loro disagio avrebbe avuto una colonna sonora.
La paranoica ascesa dei Radiohead
All’epoca i Radiohead erano stati una buona band (un gran singolo, Creep, e un bel filotto di hit con The Bends) ma stavano per prendere una direzione che avrebbe stravolto la ridicola (per loro) definizione di britpop. Brit fucking pop? What?! Thom Yorke non ci dormiva la notte, era pieno di complessi, odiava la sua voce e si vergognava perché sentiva di imitare troppo Michael Stipe dei R.E.M.
Paranoid Android è un pezzo di 6.24 minuti e lanciarlo come singolo in radio ai tempi era una roba da pazzi. La canzone, nasce su ispirazione di Happiness is a warm gun dei Beatles, una traccia composta da tre temi apparentemente inconciliabili. Yorke chiese alla band la stessa cosa. Johnny Greenwood e soci non aspettavano altro.
Di cosa parla Paranoid Android?
Difficile interpretare un testo dei Radiohead, al massimo si possono azzardare ipotesi ma su questo sappiamo abbastanza. In un momento politicamente bollente come la fine dei ’90, Yorke si scaglia contro il consumismo, le diversità sociali, il vuoto materialistico di yuppies cocainomani e globalizzatori cannibali.
Siamo a pochi anni dalle rivolte dei black blok e dei No Global e Paranoid Android tira in quella direzione. Il videoclip è un cartone animato sconcio e surreale in cui un giovane protagonista, ispirato al Marvin di Guida Galattica per Autostoppisti di Douglas Adams, incarna la fragilità e la depressione del più esposto anti eroe di quell’anno. Il protagonista del video è un inetto, un pigro, un loser, contrapposto a squallidi uomini in giacca e cravatta che si arricchiscono in borsa a scapito degli stronzi qualunque (tema ripreso in No Surprises sempre nello stesso disco in cui Yorke canta: Bring down the government. They don’t, they don’t speak for us, ovvero: Butta giù il Governo, loro non parlano in nostro nome).
La prima parte di testo nasce da una storia vera:
Prima parte del testo di Paranoid android
Please could you stop the noise
I’m trying to get some rest
From all the unborn chicken voices in my head
What’s that?
(I may be paranoid, but I’m not an android)
Puoi smettere di far rumore per favore
Sto cercando di staccare
Da tutte le voci dei polli mai nati che mi gracchiano nella testa
Che succede?
(Posso essere paranoico, ma non sono un androide)
Sono le 5 del mattino e Thom Yorke in un pub a Los Angeles si è trovato in mezzo a dei cocainomani molesti che non lo lasciavano più andare. Impaurito dal successo, introverso, si era sentito minacciato. Una donna aveva dato in escandescenza perché le era stato rovesciato un drink addosso (la scena è riprodotta anche nel video). Yorke ne fu scioccato, vide in quel gesto tutto il vuoto e la cattiveria di un paese consumista e spietato (è una citazione di I’m Afraid of americans di Bowie?). Le urla della donna sono I rumori che Yorke sente e non lo fanno dormire riguardano questo. Lei è l’ambiziosa porcellina vestita Gucci di cui parla la canzone:
Seconda parte del testo e traduzione di Paranoid android
Ambition makes you look pretty ugly
Kicking, squealing Gucci little piggy
You don’t remember
You don’t remember
Why don’t you remember my name?
Off with his head, man
Off with his head, man
Why don’t you remember my name?
I guess he does
L’ambizione ti fa sembrare piuttosto brutta
Porcellina Gucci che scalci e strilli
Non ti ricordi
Non ti ricordi
Perché non ti ricordi il mio nome?
Tagliategli la testa
Tagliategli la testa
Perché non ti ricordi il mio nome?
Suppongo che lo faccia
Quanto odia questi ricconi boriosi senza scrupoli. Il Sogno? Farli tutti fuori!
When I am king, you will be first against the wall
With your opinion which is of no consequence at all
Quando sarò Re, sarete i primi a esser messi al muro
Con le vostre opinioni vuote
Seconda parte del testo e traduzione di Paranoid android
E poi, alla fine, la catarsi. Una pioggia introdotta da un cambio di tonalità che non c’entra niente con ciò che hai sentito fino a quel punto. Una cantilena disperata e purificatrice in cui si confonde il dolore di tutti, con quello del protagonista.
Rain down, rain down
Come on, rain down on me
From a great height
From a great height
Rain down, rain down
(that’s it, sir, you’re leaving, the crackle of pigskin)
Come on rain down on me
(the dust and the screaming, the yuppies networking)
From a great height
(the panic, the vomit, the panic, the vomit)
God loves his childrean
God loves his children, yeah
Piove, Piove
forza, piovi su di me
dall’alto
dall’alto
(Ecco Signore, ve ne state andando, il rumore della pelle di maiale)
Andiamo piovi su di me
(La polvere e le urla, il network degli yuppies)
Dall’alto
(Il panico, il vomito, il panico, il vomito)
Dio ama i suoi figli
Dio ama i suoi figli, sì.
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