Risse, insulti, scene apocalittiche. Il parcheggio rosazzurro con il volatile porta-poppanti si può rivelare una tragedia per il mondo. Ecco 10 casi che ci avete inviato voi lettori. Grazie, ci hanno fatto molto ridere
Davanti al parcheggio siamo animali. Territoriali: quando andiamo alla conquista di uno spazio ringhiamo. Quando si tratta del parcheggio cicogna, poi il conflitto da convenzionale diventa nucleare. Il parcheggio è un nostro sacrosanto diritto. Bisognerebbe smetterla di parcellizzare i parcheggi secondo le tipologie di utenti. Il buon senso non basta certo per fermare chi occupa i parcheggi per i disabili: è bene sanzionare chi parcheggia abusivamente. Ma i parcheggi con la cicogna, oltre a non essere previsti dal codice della strada, sono un abominio sovrastrutturale del concetto di cortesia. Generano baruffe chiozzotte tra nullipare (le donne senza figli) e Sacre Madri (le donne che un figlio in pancia ce l’hanno solo loro). Baruffe che prima non c’erano ma oggi sì, grazie alla genialità di qualche astuto uomo di marketing che ha ben pensato di non perdere neanche un minuto nella vita delle consumatrici, fino a un istante prima del parto.
Così il parcheggio cicogna, a righe rosa e azzurre è diventato un diritto. Sul cui rispetto si fanno grandi inchieste televisive, volte a smascherare chi impunemente parcheggia lì dove una povera donna gravida a bordo di un Suv deve parcheggiare. Perché è un suo diritto. Non lo vedete il cartello? Colto in flagranza, qualche imbecille si scusa risale in auto lacerato dal senso di colpa. Altri, più avvelenati, protestano, ma per poco, perché gli sguardi di disapprovazione incombono.
La sacralità della donna appartiene a un codice cavalleresco che è obiettivamente in disuso, ed è un peccato. Tuttavia non è mai stata in discussione la sacralità della donna gravida. Che, giustamente, deve essere facilitata, in bus, come alle casse, in fila alla posta o dal dottore. Ci mancherebbe.
Però l’imporre questa precedenza come regola assoluta e applicarla al di là di ogni ragionevole dubbio, con delle righe per terra è, almeno in Italia, una autentica cialtroneria e non un segno di civiltà. Instilla nel pensiero comune che la gravidanza sia una malattia, una disabilità. Costruiamo società che non prevedono più la ragionevolezza e andiamo in supermercati in cui tutto è incasellato in un’idea di ordine e facilità che toglie ogni spirito di iniziativa e inibisce ogni educazione. E questi supermercati e outlet ci impongono ordine e disciplina, ancora prima dell’ingresso.
Vediamo quali assurde conseguenze conflittuali creano queste scelte di parcheggio:
CASO 1:
donna incinta di sei mesi contro donna incinta di 2 mesi e mezzo. La prima si apposta con fare belligerante davanti al parcheggio cicogna, è certa che qualche maledetto abusivo prima o poi arriverà facendo finta di niente. Ed eccola, infatti. Giovane, carina, truccata, in forma, cioè magra. Scatta l’attacco, scattano i “come si permette”. «Non ha visto le righe e il cartello?». Risposta: «Sì infatti anch’io sono incinta». «Non è vero, lei non ha la pancia». «Anche la Ferragni non ce l’aveva la pancia. Sono incinta di 2 mesi e mezzo, gravidanza a rischio, legga qui i referti se non ci crede». «Sono falsificati!», e così via, fino alle perizie scientifiche incrociate e al Ris di Parma.
CASO 2:
donna incinta contro signora anziana con stampella e cagnolino. La signora, sui 75, arriva e parcheggia sulla cicogna. Tra l’apertura della portiera e la fuoriuscita di un polpaccio bendato passano 7 minuti e 39 secondi. L’uscita completa dall’abitacolo si verifica dopo circa un quarto d’ora. Seguono: stampella, carrello da spesa, cagnolino anziano pure lui ma ringhiosello. Ad auto finalmente chiusa ecco la donna incinta: «Cosa fa, non legge il cartello?». Che la guerra abbia inizio.
CASO 3:
disabile contro donna incinta. C’è molta gente il sabato pomeriggio all’Ikea. Sono pieni sia i posteggi per disabili che le cicogne. In Svezia quando hanno progettato il parcheggio non prevedevano tutto questo casino. Dall’uscita del grande magazzino arriva un giovane in carrozzina e recupera l’auto. Ma è aggredito da una coppia con lei incinta. Escono come furie da una BMW gigante con il motore acceso. E come dice un famoso maestro di Karate: «Tu ricordare che quando uscire da macchina, combattimento già iniziato». Per fortuna solo a parole.
CASO 4:
donna che dopo anni di tentativi non è riuscita ad avere figli contro donna incinta. C’è il calo delle nascite. facciamo pochi figli. Riuscire a farli è un lusso, noi millennial lavoriamo troppo siamo malpagati e ci pensiamo troppo tardi. Ciò crea nuove classi sociali in guerra, quelle che non li hanno avuti e quelli che hanno dei figli meravigliosi intelligentissimi, brillantissimi a scuola, super! Se le due tribù si fronteggiano al parcheggio Ikea che cosa può succedere? È subito lotta di classe ad Agrate. Si salvi chi può.
CASO 5:
pensionato infartuato con nipote prelevato da scuola contro donna incinta. Caso da manuale. Il nonno instabile compra all’Ikea due tonnellate di ferraglia e carbonella. Come tutti i pensionati se non fa dei lavoretti cade in depressione. Ma quando apre il bagagliaio della Peugeot del 1988 si espone all’ira della gravida cui ha fottuto il parcheggio cicogna. Si salverà? Speriamo solo che il nipote faccia intervenire i Pigiamasks.
CASO 6:
nerd single ipovedente contro donna incinta. Lui sostiene che non ha visto le righe rosazzurre e nemmeno il cartello. Lei sostiene che è un bastardo egoista che se ne frega della procreazione e che anche sua madre lo condannerebbe ai lavori forzati. Che è meglio che si faccia responsabile perché così non va, è maleducazione. Il giovane si agita, va in retro per liberare il posto, ma non ci vede bene e distrugge la 500 rossa della puerpera furiosa.
CASO 7:
madre di 3 gemelli neonati contro donna incinta. La trigemellare è un’attenuante? Eh no, bella mia, tu li hai già fatti ormai, la fatica è di chi ce li ha ancora in pancia. Eh no, eh no, eh no! Il passeggino trimotore turbo ha le sembianze di un tir, la madre tenta di scagliarlo contro la donna incinta in una sorta di Corazzata Potemkin versione Brico Center. Le ferma un vigile urbano. Forse.
CASO 8:
donna incinta sola contro donna incinta con marito. Non vale, due contro una. Però la solista gravida provoca: «Il parcheggio cicogna è mio, tu hai il marito che ti aiuta, io sono sola». «Cosa ca**o vuol dire? Lui ha il mal di schiena, non può fare sforzi». «Ma se sei malmessa e lui peggio, perché cavolo non te ne sei stata a casa tua?». «Almeno io ho un UOMO al mio fianco, il padre di tuo figlio dov’è?». Qui si mette male.
CASO 9:
donna di 125 chili (+ 3 sacchetti della spesa) contro donna incinta. È lei, la signora sovrappeso che ha occupato il parcheggio cicogna. La donna incinta la attende al varco e cerca di essere garbata. Cerca… «Signora, mi scusi perché non ha posteggiato nel parcheggio dei disabili? Ce ne sono diversi liberi, come vede…». «Disabile a chi? A me? Mavvaffaaaaaaan****! Brutta maleducata che non sei altro, vattene va’».
CASO 10:
donna incinta under 30 contro donna incinta over 40. Ovvero: energie giovanili contro ansia antiage, nella . «Non è che siccome sei vecchia sei più incinta di me, capito? Vattene che c’ero prima io!». «Scordatelo, carina, devi farne della gavetta prima di paragonarti a me… Non sai chi sono io, non sai che ti posso distruggere. Ti conviene cercare un altro posto, e in fretta, se non vuoi che prenda a schiaffoni quel tuo visetto acqua e sapone da figlia di papà».
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