Salone del Mobile 2018: Magn’ e design, sì tutti i Saloni vengono per cuocere

18 Aprile 2018
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Insomma non se ne esce: il Salone del Mobile di Milano è ormai l’ennesima sagra della salamella in versione diddesaign. Dal 17 al 22 aprile ecco di nuovo i grandi chef al parco del Castello Sforzesco, i furgoncini dei precari del food nel giardino di Lambrate, Re Cracco, Regina Rosa Fanti e tante altre cose

 

Dall’Expo in poi tutto si è sagrificato, e anche il Salone del Mobile è diventato sagra. La Milano Design Week 2018 (per gli addetti dell’hashtag #MDW18) dal 17 al 22 aprile permea la città di un blob ormai indefinibile. È il Salone del Mobile 2018, ma è anche Il Salone del “quante supercazzole prematurate ci fanno i cuochi”, ma è anche il Salone del “Ma che bravo è Cattelan”, il Salone del “Ho una laurea in legge ma disegno gioielli in gres”. E alla fine è anche il Salone del “Cosa non si fa per vendere una cucina italiana a un oligarca russo”.

Sentiamo già i borbottii contro il tipico disfattismo dei millennial. Ma tranquilli ai millennial le sagre piacciono tantissimo. Trovano solo un po’ ridicola questa strana propensione a riempirle di contenuti intellettuali. Che poi così intellettuali non sono mai.

Comunque vediamo dove condurci senza costrutto in questa primavera senza governo, a spasso per il Fuorisalone.

Extraordinary Taste per Inhabits: nel Sant’Ambrogio Design District, Inhabits è la città dell’abitare tra via Beltrami e piazza Castello. Case del futuro e sti benedetti spazi di condivisione dell’ambiente urbano ideale. Insomma se non ne avete ancora le balle piene della parola condivisione, potete farvi anche quest’anno la vostra dose di cazzeggio architettonico.

Ma taste è la ristorazione, quindi: installazioni creative firmate da noti architetti e designer internazionali, spazi dedicati all’approfondimento e orchestrine very radical. Il cibo chiude il cerchio, invitando a condividere (daje!) gli spazi a ogni ora con il parco food truck. Tra i più famosi: Avocaderia, Sisters Polenta, Ape Cesare, ci manca solo Frese e friselle e siamo a posto. Poi, Extra-Ordinary Taste, con i piatti d’autore di Philippe Leveille, Misha Sukyas e Felix Lo Basso. Aperto dalle 10 a mezzanotte.

Pastry Design Dgusto alla Martesana: Laddove finisce il tunnel cosmopolita di via Padova, signori ecco il pastry design dei progettisti Francesco Buzzo e Serena Lambertoni con la Pasticceria Martesana. La pasticceria d’autore incontra il design: creazioni di 20 designer cui è stato chiesto il disegno di un dolce, trasformato in ricette dai maghi della Martesana, capeggiati da Alessandro Comaschi. Molto diversi tra loro gli esiti della ricerca creativa: ricordi d’infanzia, ossi di seppia, articoli sportivi, madeleine proustiane e via discorrendo, forme e colori glocali. Interessante il biscotto da caffè reinventato.

Ventura Garden Lambrate: via Ventura, ovvero 750 metri quadri a disposizione di food truck e djset e vattelapesca del Fuorisalone.  Just StrEat Week è la prima settimana in strada del servizio di delivery: c’è gente a scatto fisso che non vede l’ora di pedalare a casa vostra con 10 dico 10 proposte food original da furgonato. Dai Falafel (Cooking Garage), al pane cunzato (Ape Bedda).

Bites of Design di Panini Durini: Mordi il Salone del Mobile. Il Fuorisalone dalla vetrina di Panini Durini, in collaborazione con Galleria Deodato Arte. Un giro artistico tra Via Mercato, Corso Magenta, Via Mengoni, via della Moscova, via Orefici e Via Durini. Pwer gridare a squarciagola “Ma che bravi Marco Lodola, Arnaud Nazare-Aga, Mr SaveTheWall, Francesco Vullo, Tanio Liotta e Tomoko!”.

Eh, ma il pezzo forte è Galleria Cracco By Sky Arte: lo spazio di Cracco in Galleria, nuovo e fighettissimo, andava celebrato. Taac, inaugurato già venerdì 13 aprile (insieme all’apertura di Miart) per offrire ai milanesi la Cracco Experience nel ramo vetrine con opere d’arte che si alternano.

C’è molta carne al Tuttofuoco, è il caso di dire: ad aprire il ciclo Patrick Tuttofuoco con Heterochromic (Rosa e Carlo), un’opera sul tema identità. Quasi due nuovi Sforza, Carlo Cracco e sua moglie Rosa Fanti rappresentati come un unico individuo, una fusione di amorosi e saporosi intenti. Olé.

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