Strange World: il primo personaggio Disney dichiaratamente gay e senza i soliti clichè

30 Novembre 2022
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Un passo avanti nella rappresentazione di personaggi LGBTQIA+ nei cartoni della Disney. Se prima d’ora la presenza di personaggi queer nei lungometraggi animati si è limitata a un accenno di qualche frazione di secondo, Strange World ha come protagonista un  adolescente che va in iperventilazione davanti alla sua crush, senza lasciare alcun dubbio in merito al suo orientamento sessuale. E, soprattutto, lo fa senza cliché, ambiguità o giudizi di sorta.

La rappresentazione queer finora insoddisfacente della Disney

La Disney, si sa, è sempre stata molto restia ai cambiamenti. Il rischio di ritrovarsi orde di mamme ultracattoliche inferocite al botteghino ha dato sempre poco spazio di manovra all’azienda americana. Ne è un esempio Toy Story 4, che ha suscitato scalpore per una scena di due secondi con una coppia lesbica nello sfondo. Due secondi. Nello sfondo. Insomma, per arrivare ad accorgersene bisognava andare al cinema con in mano il binocolo.

Accenni al mondo LGBTQIA+ sono stati introdotti nel corso degli anni senza mai una vera e propria svolta soddisfacente. Oltre al personaggio di Ursula, che si ispira all’attore e cantante Harris Glenn Milstead, in arte Divine, ci sono personaggi che hanno riscosso simpatia nel mondo queer, come ad esempio Elsa e Luca, senza però alcuna dichiarazione ufficiale.

Arriviamo dunque a Onward, film del 2020 con protagonisti due fratelli elfi. I titoli di giornale parlano chiaro: appare sullo schermo il primo personaggio dichiaratamente gay nella Disney. Andiamo a vedere il film e incontriamo una poliziotta che appare sullo schermo sì e no per un minuto, nel quale accenna lontanamente al fatto di avere una moglie. Fine della rappresentazione. Decisamente non abbastanza.

Strange World: una rappresentazione sana del mondo LGBTQIA+

Nel nuovo film Disney, uscito nelle sale il 23 novembre 2022, abbiamo Ethan, figlio di un agricoltore nell’immaginaria terra di Avalonia, che arrossisce ogni volta che viene nominato il ragazzo di cui è innamorato, Diazo. Ciò che, però, rende il film un vero e proprio passo da gigante nella rappresentazione queer è il modo in cui la tematica viene trattata, cioè come una qualsiasi cotta adolescenziale.

Si può considerare Strange World come un enorme scontro generazionale tra nonno Boomer, padre Millennial e figlio appartenente alla Generazione Z. I punti di vista dei tre personaggi divergono su molte tematiche, dalla crescita dei figli all’ambiente, fino al tema principale della ricerca della propria strada lontano dalle orme paterne.

Ci si poteva aspettare il classico momento cliché in cui il giovane Ethan confessa di essere gay ai genitori e al nonno e, dopo un primo momento di insicurezza, i parenti mostrano di accettarlo lo stesso. Invece no. A nessuno frega niente. Persino il nonno, quando chiede a Ethan se c’è qualcuno che gli fa «battere il cuore», non si mostra per niente stupito dal fatto che il nipote si rivolga a un lui. Gli dà qualche consiglio amoroso e la storia fila avanti, liscia come l’olio.

Siamo stanchi delle solite storie di coming out

Strange World è un film con un protagonista omosessuale, ma non è un film che parla di omosessualità. Il tema è tutt’altro. Lo scontro con i genitori, il rispetto della natura, il trovare la propria strada. Non si presenta il canonico momento in cui il protagonista parla della propria omosessualità come se dovesse vergognarsene. Non ci sono coming out strappalacrime con genitori condiscendenti. Un ragazzo ha la sua prima cotta e ne parla come farebbe un qualsiasi adolescente, in modo timido e impacciato sì, ma senza alcuno scandalo. E questo, finalmente, per un tempo superiore ai 15 secondi.

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