Ventidue film totali, una “quarta fase” appena annunciata al comic-con di San Diego ed una pellicola tra quelle di maggior successo della storia del cinema, con un incasso totale di 2. 792. 023. 749 dollari. Si parla ovviamente del “Marvel Cinematic Universe”. Un universo narrativo cinematografico che da un decennio a questa parte ha portato all’esplosione di un genere di film che ormai ha invaso le nostre sale, diventando così il dittatore assoluto del cinema pop mondiale: il cinecomic.
Il cinemcomic, una peste in calzamaglia
Eroi di ogni tipo e origine che volano per le città della nostra immaginazione, perfetti nel look e nella loro rappresentazione dell’ American way, fatta di giustizia ed onestà contro un mondo di cattivi ma mai fino in fondo che minacciano i mondi rappresentati sul grande schermo. Sconfitti puntualmente in un turbinio di laser ed effetti visivi che inonda i nostri occhi portandoci ad un orgasmo visivo. E convincendoci a pagare ogni qual volta arrivi sullo schermo l’ennesimo “COSO-MAN”, inebriandoci delle sue avventure scontate.
Ma se questo genere di persona esistesse davvero, se gli dei camminassero davvero tra noi mortali, sarebbero davvero così? Rappresenterebbero davvero gli ideali di verità, giustizia e sogno americano? Se lo sono chiesto anche Garth Ennis nel 2006 e successivamente Erik Kripke, Evan Goldberg e Seth Rogen. La risposta che si sono dati?
No. Sarebbero degli arroganti figli di bottana.
È qui che subentra la creazione fumettistica di Ennis, riportata come serie Amazon Prime da Kripke, Goldberg e Rogen: The Boys.
In un mondo in cui i supereroi possono fare praticamente tutto ciò che vogliono, c’è bisogno di una tata che li sculacci quando la fanno fuori dal vaso della giustizia. Ed è qui che comincia il divertimento.
La serie Amazon The boys, pur avendo delle differenze col fumetto di Ennis, ne mantiene lo spirito originale con una forte dose di umorismo nero e pura violenza già dai primi minuti. In cui si è proiettati in un mondo fondamentalmente alla mercé di tossici invincibili incuranti dei danni da loro procurati, che si limitano a scusarsi falsamente durante le conferenze stampa. Qui subentra la squadra di Billy Butcher, interpretato da Karl Urban.
The Boys serie tv Amazon
In otto episodi di The Boys vediamo infatti i vari tentativi da parte dei ragazzi di far soffrire fino all’ultimo i super che incontrano sul loro cammino, in un tornado di ultraviolenza inaudita e ironica da comicworld. Che intrattiene lo spettatore per tutta la durata della serie, la quale, però, fa molto di più che limitarsi a raccontare questa folle storia. Durante tutti gli episodi vediamo infatti un susseguirsi di jab e ganci alla cultura supereroistica e non americana, con battute cattive e situazioni su schermo che non sono altro che la versione in calzamaglia e mantello delle brutture del nostro secolo.
I creatori della serie decidono infatti di fare all in contro tutto ciò che schifano in America, usando i loro eroi come perfetta metafora del marcio che c’è sotto le stelle e le strisce e ne abbiamo per tutti i gusti. Molestie sessuali sul posto di lavoro, controllo delle grandi aziende sulla politica, movimenti cristiani antigay gestiti da supereroi ipocriti e perché no, una sana dose di populismo becero che ormai sta infettando indiscriminatamente il mondo intero.
Gli eroi della serie non sono però solo esemplari dei mali del mondo moderno, ma la loro caratteristica arroganza si presta anche ad essere una critica al fenomeno precedentemente citato dei cinecomic. Un fenomeno che cannibalizza il mercato mondiale soffocando qualsiasi altra idea d’intrattenimento ed infischiandosene delle “vittime” che lascia lungo il percorso.
Una macchina da presa sotto amfetamina
Che goduria quindi, alla luce di tutto questo, quando il super di turno riceve la sculacciata che si merita, con tutto i suoi “invincibili” globuli rossi sparsi per il quartier generale dei “Boys”, perfetta rappresentazione di una vendetta mai così dolce.
Sceneggiatura e dialoghi sono ovviamente il punto di forza della seria, la quale però può vantare un comparto tecnico di altissimo livello, in particolare regia e fotografia.
La macchina da presa è forse il tecnicismo più interessante di tutta la produzione. Gli showrunner infatti optano per un effetto di camera in spalla, sempre tremolante e mai statica, neanche nelle sequenze più tranquille, facendo anche un sapiente uso di brevi soggettive e di “projection shot”. Che permettono la totale immersività dello spettatore e rendono l’idea di un mondo sempre sul filo della tensione, mai davvero al sicuro.
La fotografia fa un lavoro egregio nella gestione della luce e creando una differente palette di colori in ogni singolo ambiente, realizzando ogni volta un tableu vivant, con una maestria quasi fuori luogo per un prodotto del genere.
Il cast di The Boys
Davanti alla macchina da presa spiccano le interpretazioni di Karl Urban, in grado grazie al suo accento inglese di dare una fortissima caratterizzazione a Billy Butcher, personaggio al limite dello stereotipo. E Tomer Capon, interprete di Frenchie, al quale riesce a dare una grande sfumatura umana evitando così il rischio di diventare una semplice macchietta.
The Boys serie tv Amazon si pone in un momento storico ideale, ridicolizza la moda cinematografica del momento, la mostra nuda e cruda per ciò che è. Un’accozzaglia di superbia e potere mediatico davanti al quale non possiamo fare a meno di bagnarci le mutande.
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