The Duchess, serie Netflix che sfata il mito della maternità perfetta

19 Settembre 2020
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Una commedia dissacrante e posh sulla maternità vissuta o desiderata e sugli stereotipi alimentati dalla società.

Trasmessa da Netflix, The Duchess  è scritta e interpretata dalla comica canadese Katherine Ryan, che veste i panni di una esuberante madre trentenne single. La serie è composta di soli sei episodi di mezz’ora ciascuno, sviluppando la trama con agilità tale da rendere la visione quasi ipnotica.

Trama

Katherine è una scultrice e vive a Londra con la figlia Olive (Kate Byrne), avuta da una relazione fugace con Shep (Rory Keenan), ex cantante di una boy band in declino.

Il suo carattere determinato e la sua propensione al sarcasmo le causano non pochi problemi. Da un lato con Olive, che tenta di difendere da atti di bullismo scolastici con risultati a dir poco comici, e dall’altra con Evan (Steen Raskopoulos), il fidanzato che non riesce a convincerla a una maggiore intimità.

Nonostante la sua esuberanza, infatti, Katherine ha molta paura di nuovi legami e per questo decide di provare l’inseminazione artificiale per avere un altro figlio.

Peccato però che non tutto va come previsto, causando una reazione a catena che complicherà la vita di tutti.

Katherine è una buona madre?

Anche se sembra più attenta ai suoi look che alla cura della figlia, non c’è un solo momento in cui Katherine non cerchi il meglio per Olive. Lo fa accompagnandola a scuola in pigiama con le piume sulle maniche e pure quando si produce in minacce esplicite verso la madre della bulletta della scuola.

Si parteggia subito per lei, perché  incarna in pieno i timori di qualsiasi genitore, specie di quelli single. Ha paura di non potere più occuparsi della figlia, teme che i nuovi legami possano incrinare l’equilibrio del loro duo e vuole evitare ulteriori abbandoni.

Certo non l’aiuta il padre di Olive,  stereotipo dell’artista fallito ed egoriferito, che però rivela alla fine un cuore buono.

L’unica vera perplessità suscitata dalla serie riguarda la storia dell’inseminazione artificiale, che alla fine è un pretesto per dare avvio alla storia. Poiché si tratta di una serie comica forse si è provato a smorzare il tema, che risulta sfiorato con una certa superficialità per poi risolversi in un modo abbastanza improbabile.

Perché vederla?

Se vi attirano i colori rutilanti, i look eccentrici, i cani piccoli e soprattutto le narrazioni sopra le righe questa serie fa per voi.

Il rapporto tra Katherine e Olive ha dei tratti in comune con quello di Lorelai e Rory in Una mamma per amica, ma senza la totale adesione della figlia ai valori materni.

Insomma è una serie divertente, che sfata il mito della maternità perfetta e regala qualche ora di sana distrazione.

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