The New Pope, con droga e John Malkovich il Vaticano è in buone mani

27 Luglio 2020
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Quando il Papa è John Malkovich potete star sicuri che il Vaticano è in buone mani.

The New Pope di Paolo Sorrentino, secondo capitolo della serie The Young Pope, accoglie un nuovo Papa per un interregno davvero sorprendente.

L’antefatto

In The Young Pope, Lenny Belardo (Jude Law) viene eletto al soglio pontificio per le sue istanze conservatrici. Pio XII si rivela essere un egocentrico, bellissimo e misterioso papa che non vuole mostrarsi al mondo. Anche sul piano della dottrina è parecchio severo benché in privato riveli al confessore di non credere probabilmente in Dio.

Il nuovo Papa tira le fila di una gerarchia ecclesiastica corrotta, riuscendo a portare dalla sua parte anche il cinico segretario di Stato, il cardinale Voiello (Silvio Orlando), e la responsabile della comunicazione, Sofia (Cecile de France). Nonostante le apparenze però Pio XIII è davvero toccato dalla grazia divina e compie diversi gesti che rasentano il miracolo finché durante un discorso pubblico non viene colto da un malore e finisce in coma.

La seconda stagione

La seconda stagione si basa sul vuoto di carisma e potere lasciato da Pio XIII, ormai amatissimo dai cattolici. Voiello e il suo entourage cercano di pilotare la nuova elezione papale ma il papa neoletto viene ucciso, allora si ripiega su sir John Brannox, un aristocratico inglese il cui credo principale è “seguire la via media”.

Brannox è un esteta, schivo e per nulla desideroso di diventare pontefice, tuttavia accetta la proposta, diventando Giovanni Paolo III. A questo punto la cristianità ha due Papi in vita, e il nuovo pontefice dovrà cercare di eguagliare il predecessore nel cuore dei fedeli e del mondo intero.

Cast: i due pontefici

Con The New Pope Sorrentino aveva davanti il difficile compito di eguagliare la prima stagione. Jude Law era stato una rivelazione, per lo spessore plastico dato al personaggio di Pio XII, nel quale aveva fuso all’aspetto seducente una spiritualità quasi fanciullesca e genuina, ma serviva un Papa altrettanto carismatico per rimpiazzarlo.

La scelta di John Malkovich è stata sicuramente felice, ma ancora di più la scrittura del personaggio. A differenza di Lenny Belardo, orfano e cresciuto con affetto da suor Mary (Diane Keaton), sir Brannox ha dei genitori che lo odiano e dai quali elemosina affetto. Se Lenny è un monello che usa il suo potere per averla vinta (anche se poi fa del bene), John cerca l’approvazione altrui perseguendo un modello di equanimità.

Ma anche lui nasconde alcuni segreti, tra cui la fascinazione per Sofia e qualcosa di misterioso che è celato dentro una scatola d’argento della quale il Papa sembra non potere fare a meno.

Tematiche

Il tema della vita sessuale di preti e suore non è nuovo alla serie e il regista lo sviscera, mostrando senza censure scene forti e trattando anche il tema dell’omosessualità ipocritamente negata o nascosta.

Altro tema caro al regista sono le religiose. Ormai entrate nell’immaginario sorrentiniano, le suore, calciatrici e non, sono portatrici di istanze innovatrici: nella nuova stagione assistiamo ad alcuni tentativi rivoluzionari da parte delle novizie e delle decane di un ordine deputato a servire nei palazzi vaticani.

Questa seconda stagione introduce anche il tema dell’estremismo religioso, per una volta non solo in chiave islamica ma anche cattolica. La prospettiva nuova proposta dalla serie fa luce sull’insensatezza della violenza perpetrata in nome della fede e bacchetta i benpensanti.

A fianco dei pontefici c’è poi sempre il magnifico Voiello, tessitore di tutte le trame vaticane. Se dovessimo riassumere questa serie in un solo personaggio probabilmente sarebbe lui, il cardinale apparentemente cinico ma in fondo capace pure di fare del bene, a patto che convenga pure ai suoi interessi.

Perché guardare questa serie?

Se siete fan di sorrentino troverete la cifra stilistica della sua ultima produzione cinematografica, infatti questa serie e la precedente hanno il ritmo e la fotografia di un suo film.

Se Sorrentino come regista non vi fa impazzire potreste non amare questa serie, anche se difficilmente rimarrete indifferenti alla scrittura curatissima dei dialoghi e ai suoi interpreti.

 

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