È morto Toto Cutugno: alcuni brani simbolici del cantautore

23 Agosto 2023
1302 Visualizzazioni

Toto Cutugno è morto il 22 agosto 2023 all’età di 80 anni. Cantautore, compositore, artista a tutto tondo, con le sue parole ha raccontato l’Italia e le sue persone. La notizia della sua scomparsa ha scosso il mondo della musica in primis, ma ha lasciato senza fiato l’Italia intera.

Aveva compiuto 80 anni poco più di un mese fa: Toto Cutugno è scomparso dopo una lunghissima lotta contro la malattia. La sua morte segna senza ombra di dubbio la fine di un’era, il punto simbolico della melodia del nostro bel Paese, la storia della musica, il racconto sincero di storie autentiche. 15 volte al Festival di Sanremo, più di 100 milioni di copie vendute: Toto Cutugno con la sua chitarra in mano ha lasciato un segno indelebile.

5 canzoni iconiche di Toto Cutugno: non solo L’italiano, ma anche L’italiano

Sicuramente è L’italiano la canzone che ha reso famoso Toto Cutugno a livello mondiale. Prima di questa, però, è giusto ricordare un brano del 1980, un altro grande successo che ancora oggi riesce a emozionare intere generazioni. Stiamo parlando di Solo noi, canzone con la quale vinse il Festival di Sanremo del 1980. Con Solo noi Cotugno si è fatto conoscere e ha trionfato ovunque in Italia: «Se non è amore, dimmelo tu cos’è».

Tre anni dopo arriva l’iconica L’italiano, scritta, per chi non lo sapesse, da Cristiano Minellono con il titolo Su di noi. È proprio questo il brano che lo renderà concretamente famoso ovunque, non solo in Italia, tanto da essere tradotto in ben dieci lingue, cinese compreso. L’italiano è simbolica: racconta tutti i vizi e i pregi del bel Paese. Toto Cutugno descrive la vita e le persone dell’Italia e racconta degli anni 80 in modo libero e, appunto, vero.

Passa solo un anno e Cutugno pubblica Serenata: è il 1984. Basta un mezzo secondo per riconoscere il mood ritmato del cantautore e siamo sicuri che anche voi avete sentito un po’ de L’italiano in Serenata! Meno famosa delle altre, Toto Cotugno l’ha dedicata alla prima moglie, Carla. L’amore, come vediamo, continua a essere un importante fil rouge dei suoi testi.

È il 1989 quando Toto Cutugno pubblica Le mamme, forse uno dei suoi brani più emozionanti. La dedica, lo dice il titolo, è rivolta alla figura materna e la descrive con un’estrema dolcezza. «Le mamme sognano, le mamme invecchiano, le mamme si amano, ma ti amano di più»: parole per cui è impossibile non emozionarsi.

Dulcis in fundo (ma ce ne sarebbero da ricordare, ndr), arriva Gli amori. Uscita nel 1990, ha accompagnato Toto Cutugno al Festival di Sanremo dello stesso anno, facendolo arrivare al secondo posto. Durante la kermesse il brano fu eseguito dal grande Ray Charles, salito sul palco in veste di artista fuori concorso. Il titolo era Good love gone bad: standing ovation spontanea, ovviamente!

«Gli amori sono quasi tutti uguali, la differenza adesso falla tu» – e noi ci proveremo, in questo mondo di amori fragili e folli, a essere diversi dalla somiglianza.

Grazie Toto Cutugno, libertà e poesia.

Leggi anche:

Exit mobile version