@Zola, il miglior film sui social media che troverete in circolazione

8 Luglio 2021
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Appena uscito negli States, fresco e irriverente, Zola ha immediatamente iniziato a far parlare si sé.

Nemmeno noi ci credevamo, così abituati al format statico dei film sui social media che, per forza d’eventi, si ritrovano sempre a parlare di cyberbullismo oppure di molestie in rete. Ma Zola è diverso, e ci mette di fronte alle nostre persone digitali come nessun altro film aveva mai fatto.

Pinterest – Refinery29

Breve trama di Zola

C’è poco da dire. Zola lavora in un ristorante e diventa amica di tale Stefani, prostituta d’alto borgo con la quale condivide la passione per la pole dance. Le due iniziano così un viaggio in macchina per guadagnare una bella somma di denaro esibendosi nei più famosi locali di spogliarello della Florida. Inizia così un ipnotico viaggio in situazioni grottesche e surreali.

Perché questo film è diverso

Per i millennial i film sui social media sono tutti una grossa ciofeca per una semplice ragione: trattano gli stessi argomenti e fanno leva sulla parte ingenua degli utenti in rete. Si concentrano su temi importanti -ma di cui abbiamo sentito parlare per troppo tempo- come il cyberbullismo e i molestatori online.

Troppi programmi adolescenziali ancora si riferisco ai social come piattaforme dove effettivamente si vuole conoscere gente nuova. Sbagliato. Nel 2021 i social network sono pensati per il business, pulito o sporco che sia. E questo Zola lo sa bene.

I “non insegnamenti” di @zola

Questo film parte dal presupposto di non insegnarci assolutamente niente. Ci mostra invece una realtà edulcorata da cui stare lontani. Oppure di avvicinarsi, se si ritiene di avere sufficiente sangue freddo da non annegare in quel mare di like e compromessi non scritti.

Zola ci mostra il vero lato dei social network. L’aspetto più compromesso, quello che viaggia con cifre a sei zeri sopra un letto di umanità disastrata, abbandonata a un mondo superficiale e difficile. Zola s’illumina sopra una realtà costruita nell’abbandono, nei soprusi e nella paura primordiale.

Perché basta una foto sbagliata sul social sbagliato per invertire la rotta di una collaborazione fra prostitute su Instagram e farla diventare l’incubo del telefono che non smette mai di vibrare.

Zola potrebbe sconvolgervi

Il film Zola cammina un po’ fuori dal tracciato. Dopo decine di film che inseriscono i social network nei “rischi del web”, sentiamo di essere piuttosto rodati a riguardo. Eppure, il modo crudo e assolutamente reale con cui tematiche forti vengono affrontate man mano che il film scorre ci hanno lasciato piuttosto sbigottiti. E siamo stomaci forti, non dimenticatelo.

La realtà dei fatti è che non siamo pronti a scoprire quanto social network e attività subliminali siano davvero intrecciati. Avevamo il sentore che qualcosa fosse cambiato nell’immaginario comune sui social network, ma non eravamo pronti a un tale livello di marciume intellettuale e oggettivazione dei corpi (no, non solo quelli femminili) sul web.

Ma Zola non ha paura, e ce li mostra senza veli. Questo film da solo si sta facendo carico di tutta una parte buia e segreta dei social network che agisce tramite sotterfugi e ripropone online delle atrocità che fino a qualche anno fa erano impensabili per i grandi schermi.

PIC - Maxpoto Wikipedia

 

 

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