Con la scusa delle fake news ci rifilano l’ennesimo pastone politico. Finiamola, dateci delle storie
L’abile sistema telereplicante sta per lanciare l’ennesimo talk show politico spacciandolo per strumento di debunking su La Nove. Non ne sentivamo il bisogno, visto che tutta la tv generalista è ormai il regno della zuffa ideologica.
Se gli sponsor se la filano dalla tv, uno dei motivi è l’eccesso di inutile discussione politica, faziosa, avvelenata, liberticida, da qualsiasi parte politica la si guardi. Venti ore, settimanali, fermandoci alle sole prime e seconde serate, sono dedicate alla rissa politica. Mancava giusto La Nove, ma avendo ormai perso i contenuti di buon livello realizzati da Discovery Channel, la rete affiliata al gruppo Espresso ha deciso di rincarare la dose e di tornare a buttarla in polit-caciara.
Recita il comunicato stampa: «Nuovo appuntamento sul Nove con #FAKE – La fabbrica delle notizie: il programma dedicato alle fake news torna mercoledì 20 novembre alle 23:30. Nella nuova puntata gli ospiti sono il direttore de Il Post Luca Sofri, l’inviato de La Repubblica Paolo Berizzi. In collegamento con lo studio e la conduttrice Valentina Petrini anche il direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri».
Sarà anche par condicio, ma ci hanno davvero incartapecorito i marroni. Allora «che c’è di buono stasera?» chiedeva Diego Abatantuono in un noto film entrando in casa. E si rispondeva da solo: «Pulpett d’ merrda?». Ed ecco ste polpette: Quarta Repubblica (Rete4), Povera patria (Rai Due) Carta bianca (Rai Tre) Fuori dal coro (Rete 4) Di martedì (La 7) Dritto e rovescio (Rete4) Piazza pulita (La 7) Non è l’arena (La 7) Che tempo che fa (Rai Due) Otto e mezzo (La7).
Basta. Non lamentatevi più se perdete la pubblicità e i telespettatori under 30 ormai si dimenticano dove sia il telecomando, e gli under 20 non ne hanno praticamente mai visto uno. La tv è alla fine della sua storia (se 20 e trentenni ti snobbano, sì, sei un mezzo finito) e raschia fondi già raschiati da giornali e web, come le fake news. Ma soprattutto gioca con la rissa, solletica i nervosi e le frustrazioni. Esalta le posizioni provocatorie a gettone.
Ah, ma qui è diverso, signora mia, sembrano dire a proposito di fake news a La Nove. Qui «si discuterà del “valore della verità”, in politica come nel giornalismo. I nostri politici dicono la verità? Che significato ha la verità in questo periodo, segnato da continue campagne elettorali in Italia ma anche negli Stati Uniti?».
Argomenti trattati con traduzione a fianco:
– emergenza maltempo, con gran parte dell’Italia sott’acqua da nord a sud. Ah be, certo, piove governo ladro, mica l’hanno inventato per discutere di scienza meteo… Vedrete quanto l’emergenza ci metterà a diventare responsabilità della destra e della sinistra.
– le campagne di disinformazione dei politici americani e italiani, con un’analisi delle principali fake news dette dai nostri leader di partito. Sì come no? Riesumiamo tweet morti e sepolti, meme fascisti, meme comunisti, insulti senza fine, mojiti, gelati, finanziamenti illeciti (ma ancora???). E se ce li fossimo piacevolmente dimenticati? Ci avete messo i marroni nel minipimer alla massima velocità.
– è nata la nuova rubrica di approfondimento dedicata alle numerosissime segnalazioni dei telespettatori arrivate in redazione a fake@lapresse.it, spazio quindi ai temi sottoposti dagli spettatori. Ecco, infatti ci mancavano i delatori user generated. Signora mia, gli hater non aspettavano altro che rompere il muro di omertà dei media italiani. Avete preso i nostri marroni e ne avete fatto una soppressata.
– il climatologo Luca Mercalli risponderà ai negazionisti climatici e a chi nega che i cambiamenti climatici siano anche tra le responsabilità di alluvioni. Ovvio, Mercalli ci sta sempre, è il coltellino svizzero dell’illuminismo televisivo. In questo mondo di negazionisti, dico io, come si fa a negare ADDIRITTURA l’esistenza della pioggia. Ci avete rinsecchito i marroni facendo finta di cauterizzare le ferite.
E ora, ecco a voi la vittima della settimana! con lo spazio dedicato alla vittima di fake news, si parlerà di truffe a sfondo “romantico”. Vuoi non piazzare nel mix qualche poveretto truffato da un nero di Tanzania o da una valchiria dei Balcani? Ci avete infilzato lo scroto con queste sgangheratezze giornalistiche. Basta!
Capiamo che non si inventa più niente. Ma allora perché tutti guardano Netflix? È così difficile avere idee per belle storie?
Parafrasando Gunny, ve lo diciamo chiaro: prendete nota, noi millennial siamo cattivi incazzati e stanchi. Mangiamo solo avocado toast e pisciamo smoothies piccante. Quindi cari cazzari della rissa politica andate a rompere il ca**o da un’altra parte o prendete lezioni di serie tv dalla HBO. Inventate qualche storia per farci ridere, sognare, pensare che tra 10 anni non saremo necessariamente incatenati da un regime fascista o vessati da chi controlla le nostre opinioni come a Berlino Est. Basta, veramente, ci avete liofilizzato anche quel poco che restava dei nostri marroni.
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