Con la scusa delle fake news ci rifilano l’ennesimo pastone politico. Finiamola, dateci delle storie

20 Novembre 2019
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L’abile sistema telereplicante sta per lanciare l’ennesimo talk show politico spacciandolo per strumento di debunking su La Nove. Non ne sentivamo il bisogno, visto che tutta la tv generalista è ormai il regno della zuffa ideologica.

Se gli sponsor se la filano dalla tv, uno dei motivi è l’eccesso di inutile discussione politica, faziosa, avvelenata, liberticida, da qualsiasi parte politica la si guardi. Venti ore, settimanali, fermandoci alle sole prime e seconde serate, sono dedicate alla rissa politica. Mancava giusto La Nove, ma avendo ormai perso i contenuti di buon livello realizzati da Discovery Channel, la rete affiliata al gruppo Espresso ha deciso di rincarare la dose e di tornare a buttarla in polit-caciara.

Recita il comunicato stampa: «Nuovo appuntamento sul Nove con #FAKE – La fabbrica delle notizie: il programma dedicato alle fake news torna mercoledì 20 novembre alle 23:30. Nella nuova puntata gli ospiti sono il direttore de Il Post Luca Sofri,  l’inviato de La Repubblica Paolo Berizzi. In collegamento con lo studio e la conduttrice Valentina Petrini anche il direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri».

Sarà anche par condicio, ma ci hanno davvero incartapecorito i marroni. Allora «che c’è di buono stasera?» chiedeva Diego Abatantuono in un noto film entrando in casa. E si rispondeva da solo: «Pulpett d’ merrda?». Ed ecco ste polpette: Quarta Repubblica (Rete4), Povera patria (Rai Due) Carta bianca (Rai Tre) Fuori dal coro (Rete 4) Di martedì (La 7) Dritto e rovescio (Rete4) Piazza pulita (La 7) Non è l’arena (La 7) Che tempo che fa (Rai Due) Otto e mezzo (La7).

Basta. Non lamentatevi più se perdete la pubblicità e i telespettatori under 30 ormai si dimenticano dove sia il telecomando, e gli under 20 non ne hanno praticamente mai visto uno. La tv è alla fine della sua storia (se 20 e trentenni ti snobbano, sì, sei un mezzo finito) e raschia fondi già raschiati da giornali e web, come le fake news. Ma soprattutto gioca con la rissa, solletica i nervosi e le frustrazioni. Esalta le posizioni provocatorie a gettone.

Ah, ma qui è diverso, signora mia, sembrano dire a proposito di fake news a La Nove. Qui «si discuterà del “valore della verità”, in politica come nel giornalismo. I nostri politici dicono la verità? Che significato ha la verità in questo periodo, segnato da continue campagne elettorali in Italia ma anche negli Stati Uniti?».

Argomenti trattati con traduzione a fianco:

emergenza maltempo, con gran parte dell’Italia sott’acqua da nord a sud. Ah be, certo, piove governo ladro, mica l’hanno inventato per discutere di scienza meteo… Vedrete quanto l’emergenza ci metterà a diventare responsabilità della destra e della sinistra.

– le campagne di disinformazione dei politici americani e italiani, con un’analisi delle principali fake news dette dai nostri leader di partito. Sì come no? Riesumiamo tweet morti e sepolti, meme fascisti, meme comunisti, insulti senza fine, mojiti, gelati, finanziamenti illeciti (ma ancora???). E se ce li fossimo piacevolmente dimenticati? Ci avete messo i marroni nel minipimer alla massima velocità.

è nata la nuova rubrica di approfondimento dedicata alle numerosissime segnalazioni dei telespettatori arrivate in redazione a fake@lapresse.it, spazio quindi ai temi sottoposti dagli spettatori. Ecco, infatti ci mancavano i delatori user generated. Signora mia, gli hater non aspettavano altro che rompere il muro di omertà dei media italiani. Avete preso i nostri marroni e ne avete fatto una soppressata.

il climatologo Luca Mercalli risponderà ai negazionisti climatici e a chi nega che i cambiamenti climatici siano anche tra le responsabilità di alluvioni. Ovvio, Mercalli ci sta sempre, è il coltellino svizzero dell’illuminismo televisivo. In questo mondo di negazionisti, dico io, come si fa a negare ADDIRITTURA l’esistenza della pioggia. Ci avete rinsecchito i marroni facendo finta di cauterizzare le ferite.

E ora, ecco a voi la vittima della settimana! con lo spazio dedicato alla vittima di fake news, si parlerà di truffe a sfondo “romantico”. Vuoi non piazzare nel mix qualche poveretto truffato da un nero di Tanzania o da una valchiria dei Balcani? Ci avete infilzato lo scroto con queste sgangheratezze giornalistiche. Basta!

Capiamo che non si inventa più niente. Ma allora perché tutti guardano Netflix? È così difficile avere idee per belle storie?

Parafrasando Gunny, ve lo diciamo chiaro: prendete nota, noi millennial siamo cattivi incazzati e stanchi. Mangiamo solo avocado toast e pisciamo smoothies piccante. Quindi cari cazzari della rissa politica andate a rompere il ca**o da un’altra parte o prendete lezioni di serie tv dalla HBO. Inventate qualche storia per farci ridere, sognare, pensare che tra 10 anni non saremo necessariamente incatenati da un regime fascista o vessati da chi controlla le nostre opinioni come a Berlino Est. Basta, veramente, ci avete liofilizzato anche quel poco che restava dei nostri marroni.

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