In Maniac serie tv Emma Stone lotta nel pantano degli sceneggiatori

1 Aprile 2019
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Maniac serie tv di Netflix è il remake di un’omonima serie norvegese. I protagonisti sono la bionda e fattissima Annie Landsberg (Emma Stone) e Owen Milgrin (Jonah Hill), alle prese con i propri deliri schizoidi e con le proprie ossessioni.

I due si conoscono durante la selezione per partecipare a una sperimentazione farmaceutica che promette di risolvere ogni loro problema: le visioni di Owen e i sensi di colpa di Annie per la morte della sorella minore.

Peccato che la bizzarra sperimentazione di Maniac serie tv sia affidata:

  1. a strane pillole che li proiettano in mondi fantastici e…
  2. a un computer dalla personalità (sì, avete capito bene) di una psicologa con deliri di onnipotenza.

Nel corso della varie fasi della sperimentazione il computer che governa il processo genera un cortocircuito che fa incontrare Owen e Annie nelle stesse proiezioni mentali, stabilendo così un legame tra i due.

Proprio il cortocircuito è il pretesto per far emergere la vera natura del computer, progettato immettendo al suo interno tratti della personalità della madre del dottor Fujita (la bravissima Sally Field), e del suo stesso creatore.

Benché vi sia stata l’accortezza di creare episodi abbastanza brevi, la serie a un certo punto si impantana nel tornado di fantasie. Se sperate in un finale col botto poi rimarrete delusi.

A salvarsi sono: l’ambientazione, permeata da richiami a degli anni Ottanta futuristici, sia per quanto riguarda la tecnologia che per la fotografia piena di colore e per l’abbigliamento dei personaggi; ed Emma Stone, capace di essere credibile anche nei contesti più improbabili.

Forse con meno deviazioni fantastiche e una maggiore attenzione al finale Maniac serie tv avrebbe avuto ragione di prevedere anche un seguito ma così forse è meglio che rimanga un esperimento a sé stante e autoconclusivo.

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