Siamo agli inizi di un nuovo anno scolastico, ma Netflix ha pensato bene di non lasciarci soli. La terza stagione di Sex Education apre le porte alle domande che tutti si fanno ma di cui non si parla ancora abbastanza.
Sex Education fa riflettere sul ruolo della scuola oggi, sulle mancanze rispetto ai bisogni delle nuove generazioni e sul tipo di linguaggio, ormai troppo distante dal canonico insegnamento sessuale scolastico. Finché le istituzioni non si affacceranno alla diversità, serie come Sex Education saranno i nuovi informatori culturali più autorevoli.
Un insegnamento alla solidarietà
La scrittrice Giulia Blasi nel suo libro Rivoluzione Z affianca il tema della solidarietà alla nota serie tv. Lo racconta bene Sex Education: la solidarietà sa distinguere il colpevole dalla vittima.
Nell’universo femminile, di cui è esperta la Blasi, si cade spesso in quei moralismi che portano a giudicare il vestito di una ragazza, le sue scarpe con il tacco, il suo scollo profondo o il suo sedere che – accidenti perché non ce l’ho io – è troppo in evidenza.
«Noi tutte carine e coperte e modeste, e lei gioca sporco con le bocce di fuori. Facile, così, eh?»
Una costante affiliazione verso universo maschile porta a pensare che quello sia l’unico motivo per cui le ragazze escono di casa in mini dress o postano una foto in costume sui social. Vedere le persone indipendentemente dall’aspetto, dal fatto che piaccia essere sexy o meno, dalla vita sessuale vivace o costante che sia, è il primo passo per abbattere il giudizio e l’isolamento.
La solidarietà è la prontezza a rispondere insieme a un danno comune. Perché se a una ragazza viene data della “troia” quello non è un problema suo, ma una questione che riguarda tutte e tutti. Possiamo non condividere un certo comportamento, ritenere sia sbagliato, ma il giudizio personale deve iniziare a lasciare il posto a un sentimento di vicinanza.
Netflix una piattaforma solidale
Il palinsesto Netflix si sta affiancando sempre più concretamente alle persone, non solo nei contenuti, ma anche attraverso il sito di sostegno e informazione www.wannatalkaboutit.com.
La piattaforma offre delle guide alla richiesta di aiuto su tre macro-temi, declinandoli poi in modo approfondito.
Proprio una di queste guide si esprime così sul tema della solidarietà: “Incontrare qualcuno che reagisce in modo solidale può essere di grande aiuto in un percorso di guarigione e può invogliare a parlarne con altre persone”.
Serie tv come Sex Education e scuola
Le serie tv sono un nuovo mezzo di comunicazione, ingaggio e legittimazione, sono il ponte tra un malessere e la concreta richiesta di aiuto. Uno strumento potentissimo ancora sottovalutato e per nulla preso in considerazione nelle forme di didattica scolastica.
Lo storytelling di una serie tv può aiutare a sentirsi meno diversi, meno soli e a parlare delle proprie difficoltà. Se riescono a farlo loro perché si pensa ancora che la didattica a distanza allontani le persone? Perché ci si scaglia contro ore di dad quando i ragazzi guardano ore di serie tv per trovare risposte alle loro domande?
La scuola non è una questione strumentale ma di linguaggio e intenti.
Mentre aspettiamo l’ingresso di Sex Education nelle nostre aule, fisiche o virtuali che siano, godiamoci la tanto attesa terza stagione. Buona visione a tutti! (Visione fortemente consigliata a tutte le generazioni del pianeta).
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