Unbelievable, serie tv che non mostra lo stupro ma fa un altro genere di porno

31 Ottobre 2019
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L’ipocrita euforia con la quale il cosiddetto mondo civilizzato continua ad affrontare il movimento #metoo ci regala Unbelievable, serie Netflix in 8 puntate in cui le molestie e gli stupri ci sono ma non si vedono.

Complimenti per l’ennesima sottolineatura di un tabù e per l’ennesima accusa di populismo alla gente di provincia che è cattiva e invece che credere alle ragazze indifese, ovviamente crede ai cattivi. Del resto l’America è così, e la sua rappresentazione filmica ci ha abituato alla trama mononeuronica sintetizzabile in: il cattivo è l’ignorante della provincia profonda ed è talmente cattivo che puoi essere molestata senza grandi conseguenze per i maniaci sessuali. Amen.

La storia di Unbelievable è quella di Marie Adler, teenager dalla situazione familiare pessima, data in affido a varie famiglie, stuprata nella casa dove vive da sola. Tanto basta a creare la trappola mentale: «Mah, chissà se mente o dice la verità».

Unbelievable è celebrata dal mainstream dei giornalisti politicamente corretti che plaudono alla delicatezza di come, senza spettacolarizzare la storia della violenza sessuale, si denunci il modo con cui la società giudica una ragazza che denuncia uno stupro.

Può anche darsi, per carità, ma siamo davanti a una nuova pornografia, quella del didascalico-stuzzicante di fronte alla quale il più trucido dei pornazzi di Pornhub sembra Fellini.

Il casino sta sempre in un passaggio chiave: quando la giusta indignazione per una storia realmente accaduta come questa (e documentata da un sito di giornalismo investigativo che ha vinto il Pulitzer) finisce nel tritacarne dorato del marketing seriale.

Perché il sesso vende, è una regola antica. E il sesso c’è, in Unbelievable, anche se non vedi manco un paio di mutande, anche se è raccontato, anche se è dentro un giallo, una crime story, anzi se è dentro una crime story vende di più.

Il fatto che che in America, come ci istruisce il Guardian, solamente 5 persone su mille accusate di violenza sessuale sono condannate per quei reati che cosa vuol dire in realtà? Che la giustizia assolve chi è non colpevole? O che, al contrario, la legge populista del “se l’è cercata” sottocultura sottoproletaria per cui lo stupro alla fine non è manco un reato, vince e trasforma la vittima in doppiamente vittima?

La risposta è implicita in entrambi i pregiudizi. Ma così non se ne uscirà mai. E del resto va detto con chiarezza: Netflix dovrebbe darsi una regolata. Produce troppe serie tv, molte tirate per i capelli. Come Unbelievable. L’effetto noia è assicurato.

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