Ci pensa Zerocalcare a “Strappare lungo i bordi” la vita di noi millennial
«Vabbè regà è andata così».
Chi lo doveva dire che tra i profeti della nostra generazione ci doveva stare quel “cojone” – parafrasando l’amico armadillo (voce di Valerio Mastandrea) – di Zerocalcare? E invece vivaddio se c’è ancora qualcuno come quel signore là, fumettista tutto d’un pezzo che senza troppi giri di parole e con una limpidezza espositiva da rubrica telefonica arriva dritto per dritto al punto della questione e smonta tutte le seghe mentali del millennial tipo.
Zerocalcare, il profeta dei millennial
E che ci frega se per farlo vada a spulciare tra le sue di peripezie mentali. Sacrificandosi al posto nostro. Quel che conta è che alla fine, Michele Rech (ovvero Zerocalcare) riesca a tirare le somme e a farcele capire con la sua creatività.
Che poi si sa, siamo una generazione ormai dura di cervice e checché si pensi che tra le nostre peculiarità ci sia ancora una certa flessibilità adattabile a tutto, sembra che la botta della pandemia abbia atrofizzato proprio quella mobilità che ci veniva riconosciuta. È sotto gli occhi di tutti. E allora più il messaggio sarà smontato e essenziale e più avremo la possibilità di recepirlo e accettarlo. Che è proprio quello che Zerocalcare fa.
“Strappare lungo i bordi”, la serie Zerocalcare su Netflix
Lo ha capito anche Netflix, già durante il covid duro, quando il fumettista romano ha rotto la monotonia della quarantena forzata di milioni d’Italiani con la sua Rebibbia Quarantine. Da allora, annunciandolo forse un pizzico in anticipo, hanno messo nero su bianco quella che sarà la prima serie animata sulla piattaforma dell’artista, autore e interprete: “Strappare lungo i bordi“. Distribuita dalla grande rete della N rossa e prodotta da Movimenti production e Bao Publishing.
Sulla serie di per sé c’è poco da dire perché uscirà il 17 novembre. Per ora si sono visti solo i primi due episodi in anteprima alla Festa del Cinema a Roma ma in totale saranno sei (di 15 minuti circa ciascuno). Le aspettative sono tante per pochi e semplici motivi: difficilmente, forse finora mai in modo conclamato, Zerocalcare sbaglia un colpo e perché trailer e teaser fanno ben sperare.
Siamo tutti cintura nera di come se schiva la vita
La narrazione del trailer fa emergere un’atmosfera che non fa altro che confermare l’ipotesi iniziale: il fumettista è uno dei migliori interpreti italiani della nostra generazione millennial. Quanti di noi non sono «cintura nera di come se schiva la vita. Quinto dan», come l’armadillo marchia in entrata Zero per sempre. Credo ancora tanti.
E se non siete ancora convinti, provate a leggere giù le parole della voce narrante e a non sentirvi per nulla tirati in ballo. È un quadro abbastanza fedele di quello che eravamo e, in molti casi o circostanze, siamo ancora.
«Mao Zedong sosteneva: ‘Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente’. Io non lo so ma se si riferiva alla situazione ormonale io stavo proprio al top. Stavamo tutti in un turbinio di emozioni in cui non capivamo un cazzo. In un momento ci avevi Manu Chao che ti diceva che per campare bene ti dovevi fare 300 bombe al giorno e quello dopo Tiziano Ferro che ti diceva che ti dovevi buttare dal ponte di Ariccia. D’altronde, del fatto che le nostre vite si fondassero su assunti traballanti, ci stava già qualche indizio sparso qua e là. E allora noi andavamo lenti perché pensavamo che la vita funzionasse così. Che bastava strappare lungo i bordi e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere».
Video: trailer di “Strappare lungo i bordi”, Zerocalcare
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