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Il testo di Diodato Un’altra estate, e via con un’altra Covid 19 story

14 Luglio 2020
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Un altro inevitabile brano sulla liberazione dalla quarantena: Un’altra estate di Diodato. Ovvero riscoperta della semplicità all’uscita dalla gabbia.

E Diodato? Lo avevamo lasciato a Sanremo con Fai rumore. Poi il lockdown, quella parentesi piena di incognite durata troppo tempo per non lasciare segni nella creatività degli artisti.

Ed ecco quindi il singolo, l’ennesimo dedicato alla liberazione dalla quarantena: Un’altra estate di Diodato, nuovo elogio della semplicità, il ritorno della bella stagione e l’apertura della gabbia.

Diodato era a Milano, chiuso in casa. Per un tarantino non deve essere facile. «Una delle cose ad avermi impressionato e incuriosito di più in questo periodo di lockdown è stato ciò che mostrava la mia finestra» dice il cantautore sui social.

«Ho lasciato vagare lo sguardo sul paesaggio cittadino che quello spiraglio dipingeva. Ho visto gli ultimi giorni d’inverno raccontare già la primavera che sarebbe arrivata, mentre nei nostri cuori rimaneva un freddo doloroso, un gelo che ancora fatica a sciogliersi».

Continua dunque il filone che sfrutta il lockdown. Non si può evitarlo, del resto. Il Covid 19 non è un evento qualunque, è un evento storico, che ancora è al centro delle conversazioni. Se nella frenesia millennial siamo tentati di dire basta, poi siamo noi stessi a tirar fuori l’argomento a cena.

«La natura andava avanti, nonostante la nostra assenza e proprio grazie ad essa riconquistava i suoi spazi, i suoi profumi».

È vero, ci siamo trovati gli animali selvatici a spasso per le vie della città, curiosi e tranquilli. Diodato ha aperto la finestra e si è ritrovato su una spiaggia, libero, con il mare di fronte: «Ho aperto le imposte e ho sentito il profumo del mare» spiega.

«Sono gli scherzi che fa il desiderio di tornare a vivere. Arrivare su una spiaggia e ritrovarsi davanti quella distesa misteriosa e potente, densa terra di confine che ti insegna a respirare e a confrontarti con la libertà».

«Nei miei occhi chiusi, ho mosso i primi passi verso di lei, fino ad arrivare pian piano a farmi avvolgere dal suo infinito abbraccio. Ho scaldato il mio corpo con movimenti lenti ma sempre più costanti, puntando all’orizzonte, perché in fondo io, a quell’orizzonte, ci credo ancora».

Un pensiero che è diventato la storia della sua Un’altra estate.

Ecco il testo

Lo vedi arriva un’altra estate
Lo so non ci credevi più
Ché è stato buio l’inverno, troppo duro, un inferno
E così immobile la primavera

Ma tu ora dove sei?
Dimmi dove sei
Ché oggi ti porto via

E ce ne andiamo al mare
Chissà che effetto fa? (Chissà che effetto fa?)
Vediamo se questo tempo ci rincuora
Se questa estate ci consola

Lo vedi amico arriva un’altra estate
E ormai chi ci credeva più
Ché è stato duro l’inferno ma non scaldava l’inverno
Hai pianto troppo questa primavera

E tu ora dove sei?
Dimmi dove sei
Ché oggi se vuoi ti porto via

E ce ne andiamo al mare
Chissà che effetto fa? (Chissà che effetto fa?)
Vediamo se questo tempo ci rincuora. Se questa estate ci consola

Nuoteremo con il cuore in gola fino all’orizzonte
Perché in fondo noi a quell’orizzonte ci crediamo ancora
Ci crediamo ancora. Tu ci credi? (Tu ci credi? Tu ci credi? Tu ci credi?)
Io ci credo ancora

E ce ne andiamo al mare
Chissà che effetto fa? (Lo vedi che arriva la tempesta). E ce ne andiamo al mare, chissà che effetto fa? (Che poi magari ci consola)

Il video, girato nel Parco dell’Uccellina:

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