Una saga senza tempo.
Dopo 50 anni, 7 serie televisive e 13 pellicole cinematografiche, Start Trek è ormai il fenomeno cult per antonomasia. Lo cita anche chi non ha mai visto le puntate e persino chi non ha mai apprezzato il genere fantascientifico, di cui Start Trek è campione indiscusso.
Sono entrati definitivamente nella storia tutti quei nerd che fino a questo momento hanno continuato imperterriti ad aprire il palmo e separare le dita per salutare i propri amici.
Dal pianeta Vulcano alla città di Boston
Proprio a Spock viene dedicata nel 2021 la nuova statua al Museo della Scienza di Boston. Un monumento in memoria all’attore che ha reso celebre uno dei personaggi più amati di sempre. Nel futuristico Science Park del museo c’è infatti una riproduzione della mano intenta a fare il saluto vulcaniano, reso famoso per decenni da semiumani dalle orecchie a punta.
La statua è alta 6 metri e la sua creazione è stata affidata allo scultore David Phillips. Tutti gli abitanti della città natale di Nimoy hanno contribuito a fare cassa comune per questo progetto che esprime una cultura intramontabile.
Breve storia del saluto vulcaniano di Star Trek
Nimoy lo mostra per la prima volta nell’episodio Il Duello, il primo della seconda stagione andata in onda nel 1967. Spock torna a casa, su Vulcano, e saluta così i suoi simili. L’attore ha basato questo simbolo su una benedizione sacerdotale che contempla la lettera ebraica Shin: la bellezza che deriva dalla simmetria.
L’attore ha estrapolato questo ricordo d’infanzia e l’ha intrecciato con la trama fantascientifica di Star Trek. Ha creato un gesto senza tempo che tutti, dai boomer ai millennial, riconoscono.
Cult TV
Il successo di Star Trek è merito di un gran calderone di fattori. Intanto è un fenomeno intergenerazionale conosciuto e citato dai sessantenni come dai diciottenni. La genialità di Star Trek sta proprio nell’aver reso eterni concetti e frasi cult entrate nel linguaggio comunque anche di chi non si è mai appassionato.
Agisci e avrai la cena, pensa e sarai la cena – proverbio Klingon
Lo spirito con cui si parla dei viaggi interstellari dell’Enterprise è ancora avvolto da un alone di incredulità e nostalgia; i primi anni degli effetti speciali, la prima serie tv “maratona”, il primo progetto fantascientifico che univa vita di uomini comuni a realtà intergalattiche e mondi sconosciuti.
Star Trek c’era prima di tutti
Se pensate che fandom, fanfiction e cosplay siano cose solo da millennial, vi sbagliate. Era il 1972 quando pochi fanatici di Star Trek organizzavano un raduno intimo con alcuni attori del cast e invece, all’appuntamento, si presentarono più di 3.000 persone.
Se oggi ci piace andare al Lucca Comics è perché qualcuno, tanti anni fa, si è caricato sulle spalle l’etichetta di “nerd” e ha continuato a portare avanti la cultura fandom.
Gli anni passavano e le tecniche cinematografiche miglioravano di mese in mese, si evolvevano anche gli effetti speciali. Arrivano gli anni 2000: è il debutto di grandi ricordi come Dawson Creek e Smallville, Friends e The O.C. La vita interplanetaria, con le sue tematiche fantascientifiche, è solo una dolce malinconia.
Lunga vita e prosperità!
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