Non è un pedale per vecchi – Il futuro della bicicletta è elettrico. Anche nello sport

1 Novembre 2020
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Il futuro della bicicletta è elettrico. Elettrizzante, elettrificato, ibrido misto muscoli elettricità, lo sport a due ruote non sarà più lo stesso. Almeno così lo immaginiamo noi, visto che ora esiste solo per due motivi: dimostrativo e cicloturistico.

Che cos’è l’E-Giro?

Ci occupiamo del primo con l’E-Giro che si è concluso qualche settimana fa poco prima del Giro D’Italia.

E’ stato il compagno di viaggio della manifestazione rosa, organizzato anch’esso da Rcs, uguale in tutto e per tutto tranne che per i protagonisti. Non i campioni ultimo grido dei pedali, ma ex professionisti. Non le mega cifre per i vincitori, ma le stesse strafighe sul podio a premiare, tra bollicine e rossetto sulle guance.

Chi è Patrick Martini

E’ il clone del giro d’Italia – ci spiega Patrick Martini, capitano del Team Toyota, Millennial classe 1981 che vanta da professionista un passato in maglia azzurra -, in pratica un giro nel giro. Lo scopo è la mobilità elettrica, terza edizione, manifestazione nata per promuovere la bici elettrica. Ci sono appunto squadre attrezzate come per il Giro d’Italia, ma le tappe sono più corte. L’arrivo è lo stesso del Giro d’Italia, solo che si arriva un paio d’ore prima per lasciare spazio all’arrivo della maglia rosa e di tutto il suo entourage. L’altra grande differenza è ovviamente il colore della maglia, la nostra è viola come i colori del main sponsor Enel-X”.

 

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Le regole dell’E-Giro

Il viola non porta bene solo a teatro, sulle strade dell’E-Giro a quanto pare sì. Per vincerla però non basta arrivare primi o esserlo in classifica generale. “Servono la somma dei punteggi delle varie graduatorie, mi spiego meglio: ci sono la maglia dei giovani, degli scalatori, di regolarità, come nel Giro in rosa, ma in questo caso tutte le graduatorie permettono di individuare il primo in classifica della maglia viola. Di chi si trattava? Di Max Lelli, prima che interrompessero il giro…”.

E poi il Covid19…

E qui il sospiro si fa più grave, misto a rabbia e delusione. Si perché il Giro elettrico non si è concluso. Anzi. Come ci spiegherà tra poco il nostro Patrick, Millennial capitano della Toyota all’E-Giro, il Covid ha fermato la competizione a pochi giri di ruota dalla conclusione. “Siamo andati avanti sino al termine della seconda settimana, ma era inevitabile. Con i controlli anti-Covid, 17 poliziotti della scorta positivi, il direttore finanche positivo, c’erano troppe problematiche per portare al termine entrambe le manifestazioni. Gli organizzatori hanno deciso di bloccare tutto in via precauzionale”. Peccato perché ne avremmo viste delle belle. Le squadre degli “E-Team” erano composte da ciclisti di tutto rispetto.

 

Ma la bici elettrica è una roba da vecchi?

“Diciamo che le squadre sono un bel mix. Ci sono anzitutto gli ex professionisti, poi ospiti vari, clienti degli sponsor, dirigenti e manager d’azienda. Ma tutti performanti. Vi faccio un esempio: anche se non era gara ufficiale, per vincere le tappa era bagarre vera, mica si faceva per finta. La bici del resto è così”. A proposito di bici, quell’attrezzo infernale che faceva dire a Pantani in salita che andava “forte affinché finisse prima l’agonia”. La bici a pedalata assistita non è roba da vecchi, anzi. “Serve la stessa abilità alla guida delle bici da corsa per così dire tradizionali. La differenza è che mantengono come minimo i 25km di velocità oraria. Se tu vai forte, l’apparecchiatura elettrica smette di funzionare e si va di gambata muscolare. Ma anche quando sei in media con i 25 orari, tu comunque devi sempre pedalare. Di sicuro, le salite più proibitive diventano alla portata di tutti, anche di coloro che non hanno tempo per allenarsi tutto l’anno”.

 

Resta da chiedersi: è la bici del futuro?

“E’ un’innovazione importante e sono convinto che come già avviene per la MTB avremo presto competizioni ufficiali dedicate alla bici elettrificata. La bici tradizionale, invece, pensò rimarrà il mezzo dominante delle grandi corse sino al termine dell’umanità”. Se l’umanità non dovesse essere sufficiente a rassicurarci, allora davvero non sappiamo come restare ancorati alla tradizione quando l’avanguardia marcia spedita in sella a una bici da corsa. Anzi, ad una E-Bici, come quelle del team Toyota del nostro Patrick Martini, il ciclista elettrico, elettrizzante, elettrificato.

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