Ibra e Floccari (capitano della Spal) portabandiera di una generazione che non molla. Resistono agli zoomer e sfidano i boomer a suon di gol e balletti sui social.
A vedere la rete di Zaniolo contro la Spal vien da sorridere mentre il pubblico dei tiktoker lo definisce il miglior Under 21 italiano. Ce ne vuole, e non basta un gol in uno stadio deserto di provincia contro l’ultima in classifica. Troppo per uno che ha la media voto del 6 al Fantaclacio, una serie di infortuni sul curriculum da far invidia ad un boxer a fine carriera e una serie di prestazioni evanescenti in Europa (tranne gli esordi con la Roma). Troppo poco per essere messo al fianco degli dei del calcio.
Andiamo a vedere perché più vecchi della serie A (portieri a parte), sono meglio di chi li ha preceduti e irraggiungibili per gli odierni esordienti. Lo facciamo alla Giorgio Terruzzi, il maestro delle pagelle, il giornalista che ha prestato il quid poetico alla televisione, molto prima di Buffa Racconta, prendendo a prestito il suo pagellone.
“Football Style”. Ibrahimovic è al top
Grazie a lui il Milan ha ritrovato gioco, passione, risultati, l’antica dignità. La sola presenza in campo incute timore agli avversari come un gladiatore nell’arena ai tempi dell’impero romano. Zaniolo ha fatto gol contro una Spal già retrocessa, roba che lo svedese faceva contro il Breda nel 2004 davanti al pubblico vero e con Van der Vaart in tribuna che lo gufava. Massima pressione, massimo risultato, nessun timore reverenziale. Voto 10.
“Tv Experience”
Prendiamo il casus belli “le Iene”, il format televisivo più longevo di sempre. Zaniolo lo ritroviamo in macchina con la madre che parla di fellatio all’inviato del programma di Italia 1 per scappare in ‘lacrime’ verso casa, come un moderno Edipo. Ibrahimovic inseguito da Frank Matano, personaggio approdato in tivù facendo scherzi su YouTube, lo ‘schifava’ con due occhiatacce fulminee e di certo non facendosi aggrovigliare dalla presa in giro plateale, dallo sberleffo del tubo catodico e senza concedere il fianco al pubblico ludibrio. Il milanista è stato ancor più bravo dei boomer che si divertivano con la Gialappa’s band improvvisando improbabili siparietti canori e risultando spesso capaci di far solo quello nella vita: i calciatori. Voto 9 al nostro Ibra portabandiera di una generazione che non molla.
“Private Life”
Ibrahimovic e Floccari ancora al top. Zlatan ha una moglie di 11 anni più vecchia, Floccari è sposato con miss San Marino 2001 dal 2012 e in casa comanda lei. Donne forti, uomini ancora più forti. Nessuna velina o influencer, qui cemento su cemento armato per fondamenta solide come querce secolari. Roba che i bommer se la sognano, ammaliati dall’ultima star dello showbiz e solitamente rovinati al settimo anno di matrimonio (quando andava bene). Voto 8 a entrambi i nostri Millennial.
“Social Media Existence”
Andateci voi, adesso, alla soglia dei 39 anni a non ballare dietro Diletta Leotta guardandola e commentando l’insipido siparietto con la solita occhiataccia. C’è tutto il disgusto e la rabbia per qualcosa di inutile, futile e acchiappalike. Gli stessi social che sono costati il posto nello Sporting Lisbona ad Antonucci, zoomer doc, licenziato per le foto ‘hot’ estive su Instagram. Gli stessi social che hanno visto un impacciato Baresi fare flessioni, poco acchiappalike, su Tik Tok durante il lockdown o Maradona, lo stesso che ha chiesto una ‘fee’ a Sorrentino per il suo prossimo film, ballare ubriaco con l’ultima fiamma. Voto 7
“Personality”
Avete presente Mortal Kombat? Se siete nati negli anni ’80 conoscete di sicuro il mitico videogioco della Konami, la casa di produzione di videogiochi giapponese. E’ il colpo di grazia, l’asso nella manica, il colpo segreto per stendere all’ultimo combattimento l’avversario. ‘Personality’, Floccari e Ibra ne hanno da vendere. Il primo ha dichiarato più volte di voler giocare anche a 40 anni, il secondo ha detto che è già presidente, allenatore e giocatore del Milan.
Prendiamo quei bravi ragazzi del 2000, giocatori dal volto pulito che presa la maturità la sfoggiano come il dottorato di ricerca conseguito ad Harvard alla faccia di quel ‘poveretto’ di Zuckerberg che leggenda vuole non abbia mai conseguito la laurea (d’accordo, dopo gli hanno dato il diploma, ma sembra più a honoris causa che per sudati libri). Ibra e Floccari sfoggiano fieri e col sorriso sulle labbra la propria voglia di non arrendersi mai. Alla faccia, e scusateci il paragone, di quel ‘frignone’ di Roberto Baggio che non ha mai nascosto il suo volto triste alle telecamere, perseguitato dal dolore interiore per quel calcio di prestigio che troppo spesso gli ha voltato le spalle. No, i Millennial il dolore lo affrontano a spalle larghe, mento in su e fierezza negli occhi. Voto 11
A te la parola Giorgio (Terruzzi), se ci stai leggendo, aggiungi la tua opinione nei commenti. Come la lama di un coltello che affonda nel burro caldo, all’ultima rettilineo accelerando come si fa a un semaforo, all’ora di punta, a Milano, quando scatta il verde. Perché un giocatore nato negli anni ’80 non stacca mai il piede dall’acceleratore anche quando sventola bandiera a scacchi sopra la testa, col motore caldo, incandescente, come la sabbia a mezzogiorno il giorno di ferragosto e tu in spiaggia senza infradito a 100 metri dalle bibite ghiacciate del bar.
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